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SIRIA, CENTINAIA DI AFGHANI COMBATTONO AL FIANCO DI ASSAD

Sono oltre 200 gli afghani che hanno perso la vita in Siria negli ultimi due anni di conflitto. “Combattevano per il regime” del presidente Bashar al-Assad o “con le milizie del movimento libanese di Hezbollah”, è quanto affermato da Ayham Barakat, esponente dell’esercito siriano libero, secondo cui nelle mani dei rivoluzionari anti-Assad ci sarebbero una ventina di prigionieri di cui il governo non si preoccupa.

Durante la guerra afghana molti di loro sono arrivati in Siria, insediandosi principalmente nelle zone a maggioranza sciita come la località di Sayyeda Zeinab, alla periferia di Damasco. Barakat ha spiegato che una seconda ondata di migrazione si è registrata “dopo che l’Iran ha acquistato una gran quantità di immobili in quella località e nei dintorni e ha iniziato a costruire luoghi di pellegrinaggio”, dove gli afghani si sono insediati per lavorare. Infine, l’ultimo graduale spostamento si può dire sia frutto delle espulsioni di afghani che vivevano in alcuni Paesi del Golfo e che “in parte si sono insediati in Siria sotto la tutela siro-iraniana”, aggiunge il leader del’esercito, precisando che “nessuno di questi possiede la cittadinanza”.

Barakat ha spiegato che prima della guerra civile non esisteva alcun problema tra afghani e cittadini siriani, poi l’Iran e il regime di Assad hanno iniziato ad arruolarli per combattere contro l’opposizione e Teheran ha favorito un nuovo flusso migratorio offrendo loro incentivi economici e favori amministrativi. La conferma arriva da alcuni prigionieri che assicurano di ricevere mensilmente uno stipendio per lottare a fianco del regime.

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