L’amore di Cristo, riversato dallo Spirito Santo nei nostri cuori, compie “ogni giorno prodigi nella Chiesa e nel mondo”. E’ uno dei concetti espressi da Papa Francesco nel Regina Caeli a piazza San Pietro. Il Santo Padre ha ricordato il Vangelo di oggi dove Gesù nel Cenacolo dice: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi”. La legge dell’amore, secondo il vescovo di Roma, “è una strada concreta, una strada che ci porta ad uscire da noi stessi per andare verso gli altri”.
Un amore, ha spiegato, “che si manifesta anche se ci sono differenze di opinione o di carattere, ma l’amore è più grande di queste differenze!”. “Sono tanti piccoli e grandi gesti – ha continuato – che obbediscono al comandamento del Signore”, “gesti piccoli, di tutti i giorni, gesti di vicinanza a un anziano, a un bambino, a un ammalato, a una persona sola e in difficoltà, senza casa, senza lavoro, immigrata, rifugiata”. A seguire il testo completo del Regina Caeli.
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il Vangelo di oggi – Giovanni, capitolo 15 – ci riporta nel Cenacolo, dove ascoltiamo il comandamento nuovo di Gesù. Dice così: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi» (v. 12). E, pensando al sacrificio della croce ormai imminente, aggiunge: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando» (vv.13-14). Queste parole, pronunciate durante l’Ultima Cena, riassumono tutto il messaggio di Gesù; anzi, riassumono tutto ciò che Lui ha fatto: Gesù ha dato la vita per i suoi amici. Amici che non lo avevano capito, che nel momento cruciale lo hanno abbandonato, tradito e rinnegato. Questo ci dice che Egli ci ama pur non essendo noi meritevoli del suo amore: così ci ama Gesù!
In questo modo, Gesù ci mostra la strada per seguirlo, la strada dell’amore. Il suo comandamento non è un semplice precetto, che rimane sempre qualcosa di astratto o di esteriore rispetto alla vita. Il comandamento di Cristo è nuovo perché Lui per primo lo ha realizzato, gli ha dato carne, e così la legge dell’amore è scritta una volta per sempre nel cuore dell’uomo (cfr Ger 31,33). E come è scritta? E’ scritta con il fuoco dello Spirito Santo. E con questo stesso Spirito, che Gesù ci dona, possiamo camminare anche noi su questa strada!
E’ una strada concreta, una strada che ci porta ad uscire da noi stessi per andare verso gli altri. Gesù ci ha mostrato che l’amore di Dio si attua nell’amore del prossimo. Tutti e due vanno insieme. Le pagine del Vangelo sono piene di questo amore: adulti e bambini, colti e ignoranti, ricchi e poveri, giusti e peccatori hanno avuto accoglienza nel cuore di Cristo.
Dunque, questa Parola del Signore ci chiama ad amarci gli uni gli altri, anche se non sempre ci capiamo, non sempre andiamo d’accordo… ma è proprio lì che si vede l’amore cristiano. Un amore che si manifesta anche se ci sono differenze di opinione o di carattere, ma l’amore è più grande di queste differenze! E’ questo l’amore che ci ha insegnato Gesù. E’ un amore nuovo perché rinnovato da Gesù e dal suo Spirito. E’ un amore redento, liberato dall’egoismo. Un amore che dona al nostro cuore la gioia, come dice Gesù stesso: «Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (v.11).
È proprio l’amore di Cristo, che lo Spirito Santo riversa nei nostri cuori, a compiere ogni giorno prodigi nella Chiesa e nel mondo. Sono tanti piccoli e grandi gesti che obbediscono al comandamento del Signore: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” (cfr Gv 15,12). Gesti piccoli, di tutti i giorni, gesti di vicinanza a un anziano, a un bambino, a un ammalato, a una persona sola e in difficoltà, senza casa, senza lavoro, immigrata, rifugiata… Grazie alla forza di questa Parola di Cristo, ognuno di noi può farsi prossimo verso il fratello e la sorella che incontra. Gesti di vicinanza, di prossimità. In questi gesti si manifesta l’amore che Cristo ci ha insegnato.
Ci aiuti in questo la nostra Madre Santissima, perché nella vita quotidiana di ognuno di noi l’amore di Dio e l’amore del prossimo siano sempre uniti.
Dopo il Regina Caeli
Cari fratelli e sorelle!
Saluto tutti voi, famiglie, gruppi parrocchiali, associazioni e pellegrini provenienti dall’Italia e da tante parti del mondo, in particolare da Madrid, da Portorico e dalla Croazia. Saluto i fedeli di Guidonia e di Portici; le scolaresche da Carrara, Bitonto e Lecco. Un pensiero speciale ai giovani della diocesi di Orvieto-Todi, accompagnati dal loro Pastore Mons. Tuzia: siate cristiani coraggiosi e testimoni di speranza!
Saluto il Corpo Forestale dello Stato, che organizza la festa nazionale delle Riserve Naturali per la riscoperta e il rispetto delle bellezze del creato; i partecipanti al convegno promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana a sostegno di una scuola di qualità e aperta alle famiglie; la delegazione di donne della “Komen Italia”, associazione per la lotta ai tumori del seno; e quanti hanno preso parte all’iniziativa per la vita svoltasi questa mattina a Roma: è importante collaborare insieme per difendere e promuovere la vita.
E, parlando di vita, oggi in tanti Paesi si celebra la festa della mamma: ricordiamo con gratitudine e affetto tutte le mamme. Ora mi rivolgo alle mamme che stanno qui in Piazza: ce ne sono? Sì? Ce ne sono, mamme? Un applauso per loro, per le mamme che sono in Piazza … E questo applauso abbracci tutte le mamme, tutte le nostre care mamme: quelle che vivono con noi fisicamente, ma anche quelle che vivono con noi spiritualmente. Il Signore le benedica tutte, e la Madonna, alla quale questo mese è dedicato, le custodisca.
A tutti auguro una buona domenica – un po’ calda… -. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!