Secondo la Commissione europea le ultime proposte presentate dalla Grecia “non riflettono lo stato delle discussioni che ci sono state fra il presidente Juncker e il premier Tsipras mercoledì scorso e fra il commissario Moscovici e il ministro delle Finanze elleniche lunedì”. E’ quanto ha riferito il portavoce dell’esecutivoeuropeo che ha così spiegato perché Juncker non ha partecipato all’incontro fra Merkel, Hollande e Tsipras a margine del vertice Ue- America Latina e Centrale, durante il quale i leader di Grecia, Francia e Germania hanno concordato la necessità di “intensificare i negoziati”.
Ma mentre i creditori iniziano a perdere la pazienza e il premier belga Charles Michel si auspica che oggi Juncker riuscirà a fa capire al governo ellenico “che l’ora della ricreazione per la Grecia è terminata”, anche Standard&Poors mette pressione al Paese ellenico declassandolo da “CCC” a “CCC+” avvertendola che senza un accordo si arriverà al default nel giro di 12 mesi. Notizie che non sembrano scalfire l’ottimismo di Tsipras. “E’ stato un incontro molto costruttivo, abbiamo deciso di intensificare il lavoro per colmare le differenze, – ha dichiarato il premier ellenico al termine del summit con la Merkel e Hollande – la leadership politica europea comprende che serve una soluzione adeguata anche per ottenere crescita e coesione sociale”.
“L’obiettivo è tenere la Grecia nella zona euro. Se c’è volontà, la strada si trova, ma il tempo conta”, ha dichiarato la cancelliera Angela Merkel, smentendo un suo probabile “ammorbidimento”. La Grecia apre dunque uno spiraglio sull’obiettivo dell’avanzo primario. sarebbe infatti disposta ad arrivare allo 0,85% contro l’1% chiesto dai creditori, purché si trovi una soluzione sul debito, in modo da alleggerire così gli oneri dello Stato bloccato da vincoli di finanziamento insostenibili.