Dopo tre anni di silenzio, a causa di problemi finanziari, l’orchestra sinfonica nazionale iraniana ha ripreso mercoledì la sua attività: con un concerto- evento condotto dal maestro Farhad Fakhreddini, al Vahdat Hall di Teheran alla quale erano presenti ospiti di rilievo come il ministro degli esteri Mohammad Javad Zarif ed il ministro della cultura e dell’Orientamento islamico Alì Jannatì insieme ad altri responsabili iraniani ed ambasciatori e rappresentanti diplomatici stranieri residenti a Teheran.
Il virtuoso del Tar iraniano Keyvan Saket ed i vocalisti Salar Aqili e Mohammad Motamedi hanno accompagnato l’esibizione che il maestro 78enne, Fakhreddini ha definito soddisfacente: fondatore dell’orchestra nel 1998, si era dimesso nel 2009 dopo che la direzione dell’orchestra era stata affidata alla Roudaki Foundation, mentre nel 2005 il compositore ebbe il massimo riconoscimento culturale dell’Iran, sino nel 2008 a comparire in un francobollo. L’orchestra nazionale era stata poi sciolta per mancanza di fondi nell’ottobre 2012, in una delle fasi più critiche per l’economia del paese, con il rial, la valuta nazionale, che a inizio mese aveva perso il 35% del suo valore sul dollaro a causa delle sanzioni imposte dai Paesi occidentali. Ora le attività dell’orchestra riprenderanno a tutti gli effetti, e dal primo al tre luglio, suonerà al Vahdat Hall di Teheran.
La notizia della chiusura, aveva suscitato la curiosità nazionale e i media iraniani avevano sottolineato come essa fosse un effetto collaterale delle misure restrittive causate dal contestato programma nucleare di Teheran: intanto il presidente Hassan Rohani aveva annunciato che il governo avrebbe fatto il massimo per farla rinascere. Una vicenda quindi che si è intrecciata anche con le vicende politiche della Repubblica islamica, in particolare con la rivolta dell’Onda Verde contro la rielezione nell’estate 2009 dell’ex presidente ultraconservatore, Mahmoud Ahmadinejad. In occasione di un concerto organizzato all’Auditorium di Roma nel gennaio 2010 dall’ambasciata iraniana in Italia, alcuni musicisti decisero di indossare braccialetti verdi in segno di solidarietà con il movimento riformista.