Nessuna “emergenza, solo una situazione complicata”. Laura Boldrini, in visita alla stazione Centrale di Milano dove Comune e volontari hanno allestito un centro di prima accoglienza, ha invitato ad abbassare i toni sulla questione immigrazione. “L’emergenza c’è nei Paesi dove sono scoppiate le guerre – ha sottolineato il presidente della Camera – l’emergenza c’è nel Mediterraneo” nel quale, ha sottolineato Boldrini, sono morte migliaia di persone. “Finora il nostra Paese ha accolto 58mila persone, ovvero lo 0,1% della nostra popolazione”, ha sottolineato.
Il presidente della Camera ha poi citato l’ultimo rapporto Onu nel quale si sottolinea che la situazione attuale ha di fatto generato “un Paese senza nome, popolato da 60 milioni di persone che, per varie ragioni, sono diventate rifugiati. Gli abitanti di questo paese senza nome non hanno scelto, sono costretti a fuggire”. Queste persone, ha proseguito, “vanno da qualche parte e alcune di loro, molto poche, vengono in Italia. Bisogna affrontare la situazione con strategia, sobrietà, spirito collaborativo e senza fare inutili allarmismi”. Schengen, in tutto ciò, è una “delle conquiste più importanti”.
Quanto all’idea dell’Ungheria di costruire un muro per respingere i profughi il presidente della Camera ha spiegato che “i muri che stanno nella libera circolazione bloccano l’integrazione politica. Non consentire la libera circolazione vuol dire fare un passo indietro rispetto al progetto politico europeo”. Si tratta di “un film già visto nel 2011 – ha osservato -. Con l’arrivo dei giovani tunisini dopo la rivoluzione dei gelsomini e il bombardamento della Libia ci furono le stesse situazioni di tensione fra Italia e Francia. Si supero’ e mi auguro che si superi ancora”.