A distanza di circa 120 anni dall’ultima apparizione, è ricomparso il busto di papa Paolo V scolpito proprio da Gian Lorenzo Bernini nel 1621. La preziosa scultura è uno dei ritrovamenti artistici più importanti degli ultimi 50 anni. La storia della scoperta del capolavoro, scomparso da Roma a seguito di un’asta di opere d’arte della collezione Borghese nel 1893 la racconterò Francesco Petrucci, studioso e direttore del Museo del Barocco nonché conservatore di Palazzo Chigi di Ariccia, che ha ritrovato l’opera.
Subito dopo l’asta, la scultura, primo busto papale scolpito da Bernini, passò in una collezione privata a Vienna. Poi se ne persero le tracce finché l’anno scorso Petrucci venne contattato da un collezionista privato di Bratislava per un giudizio sulla supposta autografia berniniana del busto, che avevaacquistato il 23 settembre del 2014 presso la casa d’aste Soga della capitale slovacca, al ridicolo prezzo di 47mila euro.
Petrucci lo esaminò in uno scantinato alla periferia di Bratislava e, come racconta lui stesso, rimase “colpito dalla straordinaria qualità e dalla forza espressiva del ritratto, di indiscutibile autografia berniniana, riscontrandone la coincidenza con quello perduto di provenienza Borghese”. La sola cosa che resta ancora da scoprire è la destinazione originaria del busto, perché la sua presenza alla Galleria Borghese è documentata dal 1650. Si suppone possa essere stato ospitato prima a Palazzo Borghese, magari in una nicchia della biblioteca, come avvenne per i ritratti di Urbano VIII e Clemente X. Ma non si esclude neppure che si potesse trovare nella Chiesa del Gesù, ipotesi indimostrabile, secondo Petrucci, perché sostenuta soltanto da un elenco delle opere di Bernini stilato da Baldinucci, primo biografo del grande artista.