All’inizio erano in cinquecento. Poi, pian piano, il corteo si è “ingrossato”, fino ad arrivare ad un migliaio di persone. Slogan (il grido “onestà, onestà”, su tutti), striscioni (“Fuori la mafia da Roma”), fiaccole. È la manifestazione del Movimento Cinque Stelle che scende in piazza ad Ostia, dove nel 2016 si voterà per il Municipio (il presidente Andrea Tassone, Pd, si è dimesso e poi è finito agli arresti per l’inchiesta Mafia Capitale). In prima fila, durante il corteo, i parlamentari (come Alessandro Di Battista, che molti vorrebbero candidato sindaco se e quando si voterà a Roma, e Roberta Lombardi), i consiglieri comunali (Marcello De Vito, Virginia Raggi, Daniele Frongia, Enrico Stèfano), i consiglieri municipali. C’è anche il sindaco di Pomezia, Fabio Pucci, quello che nelle intercettazioni di Salvatore Buzzi veniva definito “incorruttibile” e il comune da lui guidato “inavvicinabile, lì non abbiamo agganci”.
Intorno alle 23, quando il corteo è arrivato dal porto turistico (dove era partito) a piazza Ravennati, sul palco sale anche Beppe Grillo che si era fatto “precedere” da un tweet: “Fiaccolata dell’onestà a Ostia! Fuori la mafia da Roma! Fuori la mafia dallo Stato!”. Sempre via social, la polemica a distanza col senatore Pd Stefano Esposito, commissario del partito sul litorale: “A fiaccolata per legalità del @M5SRoma ad #Ostia presenti circa 500 persone unica notizia hanno scoperto che gli Spada sono mafiosi. Bene”, scrive il parlamentare dem. In molti gli rispondono: “Il Pd sta aprendo circoli nelle prigioni”. E poi: “Poraccia la Serracchiani che non può partecipare”, “Orfini come mai non sei alla #FiaccolatadellOnestà ? ah gia’ sei del Pd…non ci avevo pensato”, il tenore dei messaggi. Poi arriva Grillo e la gente va in delirio, tra applausi e grida. Il leader, dal palco, va all’attacco: “È una grande soddisfazione di aver contribuito alla nascita di persone così, normalmente oneste”, esordisce. Poi insiste: “Qualsiasi sindaco se lo lasci lì vent’anni fa il suo abuso di ufficio. Il falso ideologico di oggi è il Pd”. Grillo parla anche del futuro di Cinque Stelle: “Figurati se io me ne vado dal Movimento. È nel mio Dna. Resto però ai margini. Starò un po’ da parte perché loro, parlamentari e attivisti, devono diventare il volto del movimento. Casaleggio è una delle persone più straordinaria che conosca. Pensano chissà cosa ci sia dietro. Abbiamo dato anni della nostra vita, non lo riescono a capire. Non l’abbiamo fatto per aver profitto, ma solo per affetto nei vostri confronti”.
E ancora: “Sono orgoglioso di questi ragazzi. Magari li ho danneggiati a volte con la mia irruenza, ma è per il troppo affetto”. Di nuovo un affondo verso la sinistra: “Una volta ci credevo nella sinistra, però mi chiedevo come mai non parlassero di alcune battaglie come il voto di preferenza o di mandare via i condannati dal Parlamento. Per poterne parlare a un congresso mi sono dovuto iscrivere al Pd ma non è servito a niente, non mi hanno dato retta. Il Pd oggi è il falso ideologico”. La sinistra che gli piace, adesso, ha il volto di Alexis Tsipras: “Avevo dei dubbi su Tsipras, invece quell’uomo si sta comportando in maniera straordinaria, portando al popolo greco l’ultima parola”.