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BERGOGLIO: “TUTTI I SERVIZI DELLA CHIESA ABBIANO SCADENZA”

Ancora una volta piazza San Pietro ha fatto la storia, accogliendo nel pomeriggio del 3 luglio il popolo del Rinnovamento nello Spirito Santo nella sua 38esima Convocazione Nazionale, si è voluto dare voce ad un desiderio profondo: in un tempo in cui l’odio guida i popoli l’uno contro l’altro, torni a regnare la pace. L’unità non è utopia, è una via percorribile e il Santo Padre lo ha voluto sottolineare più volte coniando il termine “ecumenismo di sangue”.

In un pomeriggio di caldo torrido prima, e di pioggia dopo, di fronte a una folla di trentamila fedeli, alla presenza di pastori, vescovi e testimoni del Medio Oriente Papa Francesco ha pregato il Signore di “inviare lo Spirito Santo affinché ci insegni e ci dia memoria di tutto quello che Gesù ci ha detto, perché è Lui che dà i carismi, che fa le differenza nella Chiesa e che fa l’unità”.

“La storia ci ha divisi – ha continuato il Pontefice – ma tu Signore aiutaci ad andare sulla strada di questa diversità riconciliata”. Sottolineando che quest’opera avviene solo per grazia, attraverso la preghiera e l’azione dello Spirito Santo, “l’unico insostituibile nella Chiesa”, Francesco ha esortato i cristiani a pregare con i fratelli evangelici, ortodossi o luterani ricordando che “il battesimo è lo stesso” e ne è segno la testimonianza dei 23 egiziani copti uccisi in Libia. Il Papa a riguardo è stato molto chiaro, come suo solito non ha usato perifrasi e ha spiegato come il demonio identifica i cristiani, “quelli che tagliano la gola” riconoscono chiaramente questa radice, quando è Gesù che vive nell’uomo. “Se il nemico ci unisce nella morte – ha poi proseguito – ma chi siamo noi per dividerci nella vita? Lasciamo entrare lo Spirito e preghiamo per andare avanti tutti insieme”.

Rivolgendosi al Rinnovamento nello Spirito Bergoglio ha incoraggiato a proseguire l’impegno verso i poveri e i bisognosi e l’invito è stato quello di continuare ad agire: “Il fiume– ha detto – deve perdersi nell’oceano, se diventa fermo si corrompe. Se questa corrente di grazia non finisce nell’oceano di Dio, lavora per sé stessa”. Ma in questo modo, ha spiegato Francesco, si lascia spazio al demonio che tenta l’uomo nella vanità: “Quanti leader diventano pavoni? Ti senti capace di fare qualsiasi cosa e poi rischi di scivolare negli affari, e il diavolo entra sempre dal portafogli, è la porta d’entrata”.

Partendo da qui il Papa ha detto come questo rischio sia presente in tutta la Chiesa, è dunque conveniente che tutti i servizi “abbiano una scadenza” nel tempo, si rinnovino lasciando che sia lo Spirito Santo ad operare. Ben diverso è il caso dei fondatori che hanno il compito di portare avanti un progetto ispirato da Dio.

Il grande evento è stato accompagnato dalle voci di Noa, cantante dalle origini israeliane e yemenite che insieme a Bocelli e Don Moen e altri ospiti internazionali hanno pregato attraverso la musica alternandosi con le esperienze di alcuni testimoni come Foad Aodì, presidente della Comunità del mondo arabo in Italia, di Vittorio Aliquò, ex magistrato membro del “pool anti-mafia” che guidò l’arresto di Totò Rina e di un giovane che dopo un’infanzia travagliata ha incontrato nel Rinnovamento nello Spirito l’amore di Dio.

A conclusione Francesco ha invitato i fedeli a investire nelle relazioni quotidiane, di tutti giorni e non solo in quei “grandi raduni che spesso finiscono lì”. Al termine dell’udienza ha benedetto le bibbie, segno della Parola e della novità che i cristiani portano nel mondo.

 

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