Delle dodici persone arrestate in Tunisia per la strage di Sousse, tre saranno processate al Tribunale di prima istanza di Tunisi. A riferirlo sono gli stessi giudici, senza però precisare quali siano i capi di imputazione. Cinque uomini del gruppo fermato dalla squadra speciale antiterrorismo, sono stati invece rilasciati la scorsa settimana, in quanto secondo le autorità non avrebbero pestato supporto logistico al killer.
Intanto, nel Paese piegato dai due attentati, quello del 18 marzo con 24 vittime e del 26 giugno con 38 morti, a subire un forte attacco è anche il turismo, principale fonte di guadagno per la Tunisia. Si cerca di andare avanti e Selim Ben Hadj Yahia, direttore di un’agenzia di comunicazione, si domanda come tutelare questo settore.
La risposta ha ottenuto su Facebook migliaia di condivisioni anche se non tutti potrebbero condivide la scelta. L’uomo ha presentato tre foto: le Torri Gemelle in fiamme, un cartello con sopra scritto ‘Je Suis Charlie’, un bos londinese squarciato da una bomba. In poche parole Sousse viene paragonata a New York, Parigi e Londra, e la domanda che viene posta è: “Smettereste di visitare questa città?”.
Ognuno è libero di dare la sua risposta, ma ciò che vorrebbe veramente dire Yahia è che nessun posto al mondo è sicuro, i pericoli si nascondono ovunque e chiede con provocazione: “Per questo motivo restereste a casa senza uscire più?”. La trovata pubblicitaria ha diviso il pubblico tra internauti che hanno apprezzato lo sforzo e l’effetto diretto dello spot, e altri che invece ritengono inopportuno questo tipo di campagne. Non sarà certo Yahia a risollevare il turismo, sta di fatto però che la Tunisia non si arrende e nonostante i gravi attacchi subiti dimostra di voler andare avanti.