Oltre 120 civili uccisi nel raid aereo eseguito su Taiz, nel centro dello Yemen, da parte della coalizione araba guidata dai sauditi contro i ribelli sciiti. Secondo l’agenzia locale Saba, le bombe hanno colpito il quartiere Mokha, abitati soprattutto da ingegneri e impiegati in una centrale elettrica della zona, oltre che da alcune famiglie di sfollati.
Il raid è arrivato poco prima che la coalizione annunciasse la tregua umanitaria di cinque giorni a partire dalla mezzanotte di domani, sottolineando però che si sarebbe riservata il diritto di rispondere ad “attività o movimenti militari” degli Houthi.
Intanto nel Paese si fanno i conti con una guerra senza precedenti: dal 26 marzo, data dell’inizio dei bombardamento della coalizione saudita contro l’avanzata dei ribelli sciiti, si contano 1700 morti e quasi 4000 feriti. Un bilancio pesante per un Paese che già in difficoltà, aggravato dalla crisi tra fazioni interne e dall’estrema povertà in cui vivono le popolazioni. Sebbene la città di Aden sia stata quasi interamente riconquistata, il conflitto non può dirsi di certo finito. Inoltre il bilancio si aggrava se si considera che 45 mila sono i profughi e i beni di prima necessità sono sempre più scarsi. Secondo l’Onu 8,6 milioni di persone hanno bisogno di assistenza sanitaria e aiuti umanitari.