Le epurazioni del dittatore nordcoreano Kim Jong-un sembrano non avere fine. Dopo aver eliminato suo zio, Jang Song Thaek (in una prima fase della successione considerato dagli esperti una specie di tutore del giovane leader) e a maggio il capo delle forze armate Hyon Yong-chol, sembra “per un colpo di sonno durante una parata”, oggi filtra la notizia, tuttavia non confermata dal regime, di una nuova purga operata da Kim, che avrebbe fatto giustiziare un altro degli esponenti più alti in grado della Corea del Nord, il vicepremier Choe Yong-gon.
La notizia è stata diffusa dall’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, che dice di averla appresa da fonte anonima “con conoscenza del Nord”. In effetti è un po’ di tempo che il vicepremier non si vede in pubblico: precisamente dal dicembre scorso, quando era apparso al terzo anniversario della morte di Kim Jong-il, precedente leader e padre di Kim Jong-un.
Secondo le informazioni dell’agenzia sudcoreana, Choe sarebbe stato fatto fuori per aver espresso insoddisfazione rispetto alle politiche forestali di Kim Jong-un. Choe, 64 anni, aveva assunto l’incarico di vicepremier a giugno 2014. La Yonhap sostiene che sarebbe stato fatto fuori da un plotone d’esecuzione a maggio di quest’anno, un mese dopo la presunta esecuzione del ministro della difesa Hyon Yong chol. Quest’ultimo caso non è mai stato confermato da Pyongyang, che tuttavia ha dato riaffidato a luglio l’incarico a Pak Yong Sik.
Se confermato, si tratterebbe dell’ennesimo atto di un dittatore che non ha eguali nel mondo, che di recente era tornato a far parlare di se con la decisione di creare “l’ora di Pyongyang”, cambiando il fuso orario del Paese per motivi “patriottici” e portando le lancette indietro di 30 minuti.