Risale a lunedì l’appello del potente leader religioso iracheno sciita Moqtada al-Sadr, che ha esortato i suoi seguaci a tenere delle proteste anti-corruzione a Baghdad per tutta la settimana. L’uomo è la prima grande figura politica che ha fatto un tale appello. Il portavoce di Sadr, al-Obeidi Salah, ha letto una dichiarazione che chiede per il popolo iracheno, e in particolare per i suoi sostenitori, di marciare sulla capitale soprattutto oggi, come “sostegno del processo di riforma” necessario.
Sono migliaia le persone chiamate a raccolta per le strade di Baghdad e per le città sciite del sud per la manifestazione contro la corruzione divenuta incontrollabile e i servizi assenti, che sono divenuti una piaga per l’Iraq. I manifestanti hanno inveito quindi anche contro la scarsa qualità dei servizi, in particolare riguardo alle frequenti interruzioni di corrente, che lasciano poche ore al giorno di elettricità.
Una spinta alle loro richieste è arrivata il 7 agosto, quando l’Ayatollah Ali al-Sistani ha chiamato il primo ministro, Haider al-Abadi per chiedergli di adottare “misure drastiche” contro la corruzione. Sistani, che è venerato da milioni di persone, ha detto che alcune misure sarebbero state prese da Abadi pochi giorni dopo.