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IL PARTITO ISLAMISTA SI FA STRADA IN MAROCCO

In Marocco il partito islamista (Pjd) si conferma protagonista nelle elezioni locali ‘espugnando’ le grandi città del Paese – Fes, Casablanca, Rabat, Marrakech, Tangeri e Agadir – benché, alla conta dei seggi, si collochi in terza posizione, alle spalle dei liberali del Pam e dei nazionalisti dell’Istiqlal. Lo spoglio assegna poi al partito islamista guidato dal premier Abdelilah Benkirane 5 regioni su 12 e, in questo caso, anche il primo posto nei consigli regionali con oltre il 24% dei voti. Sono le prime elezioni del dopo-Costituzione.

Il Pjd supera così la prova delle urne, vissute come un anticipo delle politiche che l’anno prossimo impegneranno il Marocco. Anche nei comuni, infatti, il partito porta a casa un buon risultato, triplicando di fatto il consenso delle scorse amministrative, con il 15,94% delle preferenze e 5.021 rappresentanti. In questo caso, se si guarda allo spoglio totale definitivo, il Pjd si ferma alla medaglia di bronzo, alle spalle del Pam (6.655 seggi) e dell’Istiqlal (5.106 seggi), tradizionalmente forti nelle aree rurali.

In un Paese che sta imparando a camminare sulla strada della democrazia, la partecipazione alle urne non e’ cresciuta, stabilendosi al 53,67%, come nel 2009, nonostante gli appelli al voto impartiti dalla casa reale. Il bilancio delle irregolarita’ e’ soddisfacente, con ‘sole’ tre denunce pamiste verso tre ministri candidati e “qualche incidente isolato”, come ha ammesso il ministro dell’Interno Mohamed Hassad. Lo scrutinio e’ stato seguito da 4.000 osservatori, di cui 125 internazionali. Benkirane, politico scaltro che si dice fiero del risultato di questi tre anni di governo, puo’ dirsi dunque soddisfatto. Durante la campagna elettorale ha sempre definito “logica” la vittoria del suo partito. E i risultati delle elezioni piu’ democratiche mai tenutesi in Marocco gli hanno dato ragione. Lotta alla corruzione e riduzione del deficit pubblico, passato dal 7 a meno del 5% del Pil, sono i cavalli di battaglia del partito, che conserva grandi ambizioni a dispetto delle disavventure dei movimenti islamisti vicini di casa, in Tunisia e in Egitto, in particolare.

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