Una nuova tragedia si è consumata nel tratto di mare che separa la Turchia dalla Grecia. Un barcone si è ribaltato al largo dell’isola greca di Farmakonissi, causando la morte di 34 profughi, tra cui anche 10 bambini e 4 neonati. A comunicarlo è la guardia costiera che ha evidenziato che si tratta del bilancio di vittime più alto in un singolo naufragio nelle acque greche da quando è iniziata la crisi dei rifugiati. “Una barca di legno che li trasportava si è ribaltata a circa tre miglia a est” dell’isola, ha affermato una portavoce.
La guardia costiera non ha fornito dati su nazionalità ed età delle vittime, precisando invece che 68 migranti sono stati tratti in salvo e altri 30 hanno raggiunto a nuoto le coste dell’isola. Sull’isola di Lesbo, intanto, un fotografo di Reuters ha visto dieci gommoni sbarcare nel giro di 90 minuti. Uno di questi, con a bordo circa 70 rifugiati, è esploso a circa 100 metri dalla riva e gli abitanti hanno portato sulla terraferma le persone che erano cadute in acqua, tra cui bambini e almeno un neonato.
L’incidente coincide con l’appello lanciato dalla premier ad interim Vassiliki Thanou, che oggi ha fatto visita all’isola di Lesbo. Ha chiesto all’Unione europea di trovare l’accordo su una politica davvero globale per gestire i sempre più numerosi sbarchi. “Vorremmo chiedere (agli altri Paesi, ndr) – ha affermato la prima ministra – di tenere in considerazione la responsabilità di controllare una linea costiera di 16mila chilometri alla frontiera europea” e di chiedersi “se una futura Europa di principi possa essere costruita alzando muri”.