In Arabia Saudita si attende per l’esecuzione capitale del 21enne Ali al Nimr. La sua colpa è quella di aver partecipato nel 2012, quando ancora era minorenne, ad una manifestazione antigovernativa nella provincia di Qatif. Accusato di far parte di una cellula terroristica, di possedere un’arma da fuoco e di aver attaccato le forze dell’ordine, il giovane verrà decapitato e crocifisso.
Dopo aver esaurito tutti i gradi di giudizio, il 27 maggio scorso arriva per Ali al Nimr la condanna a morte che dovrebbe aver luogo nei prossimi giorni. Intanto diverse organizzazioni umanitarie hanno chiesto all’Unione Europea di intervenire per impedire la pena capitale del ragazzo. Amnesty International ha denunciato il fatto in un comunicato nel quale esorta a inviare lettere ed email al re dell’Arabia Saudita, Salman, affinché venga annullata l’esecuzione.
Sebbene il regno wahabita abbia deciso di ridurre il numero di crocifissioni dal 2013, non ha esitato a procedere con questa violenta pratica nel cado del giovane Ali per mandare un messaggio chiaro agli oppositori del regime assolutista monarchico.