11 milioni di veicoli “truccati”: sono gli ultimi dati emersi in merito all’inchiesta sulla casa automobilistica tedesca Volkswagen, rea di aver camuffato i risultati sulle emissioni di gas inquinanti prodotte dalle vetture diesel vendute negli Usa. Il fattaccio è stato reso possibile da un apposito programma che interviene sulla centralina dell’autovetture, il cuore e il cervello del veicolo. Le auto moderne, infatti, sono costruite ormai per metà meccanica e per metà elettronica. Tutti i dati passano per la centralina e da lì al computer del collaudatore.
L’idea dietro al sofisticato software che modificava i dati si basa sulle differenti situazioni d’impiego di un motore, in questo caso diesel: in condizioni di test, sui rulli, l’auto realizza i parametri “buoni” per il mercato americano e le relative certificazioni Epa poiché inquina pochissimo. Ma in condizioni di normale utilizzo, le emissioni sono sempre decisamente più sostanziose e possono superare i limiti previsti per legge. Grazie al software, dunque, la centralina caricava una modalità “remap” che commutava la funzionalità del veicolo da “condizione normale” a “test”. In tal modo, i parametri risultavano molto più bassi di quelli in condizione di impiego reale e le auto potevano essere vendute nel mercato Usa senza ulteriori modifiche o costi aggiuntivi.