“Esorto voi per primi, nelle città di oggi in cui si respira tanto individualismo, ad impegnarvi a costruire periferie più umane, legami di fraternità e condivisione; avete questa responsabilità, è anche compito vostro. E potete farlo se siete anzitutto buoni cristiani, evitando tutto ciò che non è degno di questo nome: falsità, truffe, imbrogli, liti”. E’ questa lì’esortazione che Papa francesco ha rivolto agli oltre 7.000 rom che erano presenti nell’Aula Paolo VI, dove hanno portato anche i loro colori, ritmi e danze.
“Cari amici, non date ai mezzi di comunicazione e all’opinione pubblica occasioni per parlare male di voi. Voi stessi siete i protagonisti del vostro presente e del vostro futuro. – ha continuato Il Pontefice – Come tutti i cittadini, potete contribuire al benessere e al progresso della società rispettandone le leggi, adempiendo ai vostri doveri e integrandovi anche attraverso l’emancipazione delle nuove generazioni. Vedo qui in Aula molti giovani e bambini: sono il futuro del vostro popolo ma anche della società in cui vivono”.
“Non vogliamo più assistere a tragedie familiari in cui i bambini muoiono di freddo o tra le fiamme, o diventano oggetti in mano a persone depravate, i giovani e le donne sono coinvolti nel traffico di droga o di esseri umani. E questo perché spesso cadiamo nell’indifferenza e nell’incapacità di accettare costumi e modi di vita diversi dai nostri”. Così il Papa ai rom ricevuti in Vaticano in evidente riferimento al rogo in un campo rom della capitale in cui anni fa morirono alcuni bambini rom.
Inoltre il Pontefice ha sottolineato l’importanza dell’istruzione ed ha evidenziato proprio come questa carenza in molti giovani rom impedisca loro di accedere al mondo del lavoro. Ha inoltre ribadito che i bambini “hanno il diritto di andare a scuola, non impediteglielo!”. Ha anche aggiunto che i giovani devono essere spinti verso l’istruzione proprio dalla famiglia, dai genitori, dai nonni. Infatti, “è compito degli adulti assicurarsi che i ragazzi frequentino la scuola. L’accesso all’istruzione permette ai vostri giovani di diventare cittadini attivi, di partecipare alla vita politica, sociale ed economica nei rispettivi Paesi”.
“Vorrei che anche per il vostro popolo si desse inizio a una nuova storia. Che si volti pagina! E’ arrivato il tempo di sradicare pregiudizi secolari, preconcetti e reciproche diffidenze che spesso sono alla base della discriminazione, del razzismo e della xenofobia – ha concluso il Pontefice -. Nessuno si deve sentire isolato e nessuno è autorizzato a calpestare la dignità e i diritti degli altri. È lo spirito della misericordia che ci chiama a batterci perché siano garantiti tutti questi valori. Permettiamo quindi che il Vangelo della misericordia scuota le nostre coscienze e apriamo i nostri cuori e le nostre mani ai più bisognosi e ai più emarginati, partendo da chi ci sta più vicino”.