In Italia circa 17mila bambini e adolescenti di etnia rom vivono in condizioni di grave disagio abitativo, igienico e sanitario, vittime di discriminazione ed emarginazione. Lo denuncia l’Associazione 21 luglio, una onlus impegnata dal 2010 nella promozione dei diritti delle comunità rom e sinti in Italia principalmente attraverso la tutela dei diritti dell’infanzia e la lotta contro ogni forma di discriminazione e intolleranza. La questione abitativa dei rom in Italia, afferma l’associazione, “è alla radice del profondo disagio che caratterizza il presente e il futuro dei bambini e adolescenti rom”.
Oggi, in Italia, più di 6.000 bambini rom e sinti risiedono in insediamenti “informali” costituiti da tende e baracche, contro i circa 11 mila minori che vivono nei quasi 200 insediamenti “formali” creati e gestiti dalle istituzioni. “Un numero – quello dei 6000 bimbi – in costante aumento per effetto di politiche non lungimiranti e inefficaci, che tendono non a risolvere ma ad aggravare la problematica, reiterando le ormai consolidate dinamiche dell’esclusione sociale”. Una delle conseguenze più evidenti delle precarie condizioni abitative è quella legata alle “malattie della povertà” (carie, gastriti, diarree, micosi e scabbia) oltre alle cosiddette “patologie da ghetto” (alcoolismo, ansia e depressione). L’aspettativa di vita dei minori rom risulta così mediamente più bassa di circa 10 anni rispetto al resto della popolazione.
La condizione abitativa – prosegue l’associazione 21 Luglio – ha inoltre un impatto negativo sul percorso scolastico dei minori rom, caratterizzato dall’abbandono e da una frequenza discontinua. Chi vive nei cosiddetti “campi nomadi” avrà possibilità prossime allo 0 di accedere ad un percorso universitario, mentre quelle di poter frequentare le scuole superiori non supereranno l’1%. In 1 caso su 5 il minore rom abitante del “campo” non inizierà mai il percorso scolastico.
“Ad incidere sul disagio dei bambini e degli adolescenti rom – sottolinea l’associazione – vi è infine la questione degli sgomberi forzati degli insediamenti informali, che hanno conseguenze drammatiche sulla vita dei minori e rendono ancora più vulnerabili le loro famiglie, spostandole da una parte all’altra della città”. L’associazione si dice inoltre molto preoccupata per “l’impennata di sgomberi forzati registratisi nella Capitale in seguito all’annuncio del Giubileo della Misericordia da parte di Papa Francesco”. Per questo ha lanciato la campagna #PeccatoCapitale, una raccolta firme per chiedere alle autorità capitoline una moratoria sugli sgomberi forzati alla quale hanno già aderito 25 associazioni e personaggi noti come Roberto Saviano, Gad Lerner, Ascanio Celestini, Piotta, Sabina Guzzanti e Padre Alex Zanotelli.