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BUON COMPLEANNO CHARLOT: NEL 1914 ESORDIVA SUL GRANDE SCHERMO IL PERSONAGGIO IDEATO DA CHARLIE CHAPLIN

Nell’aprile del 1889, nel sobborgo londinese di Walworth, nasceva Charles Spencer Chaplin, attore, sceneggiatore, regista, produttore di oltre novanta film, alcuni dei quali entrati a pieno titolo nella storia della cinematografia mondiale. Quando esce nelle sale “Kid Auto Races at Venice”, il secondo film interpretato da Chaplin, il pubblico incontra per la prima volta quello che diventerà Charlot. La maschera del “Tramp” in Kid Auto Races era già quasi compiuta, il costume di scena definitivo, lagestualità ancora un po’ grezza, ma “il Vagabondo” aveva già i tratti fisici e psicologici che lo renderanno famoso ed amato in tutto il mondo.

E’ un personaggio maldestro, ma di buon cuore, presentato come un vagabondo che si sforza di comportarsi con le buone maniere e la dignità di un gentiluomo, nonostante il suo status sociale effettivo. Tuttavia usa anche la sua astuzia per ottenere ciò che gli serve per sopravvivere e per sfuggire alle figure di autorità che non tollerano le sue buffonate. Dalla sua nascita, al suo evolversi fino al 1940, è simbolo di grande umanità che accusa e rispecchia la triste realtà di varie generazioni dell’America degli anni ’20 e ’30. Non a caso Charlot è un vagabondo con buffi vestiti e dai modi sgraziati, destinato ad essere un reietto della società, ad essere il più bersagliato dalla sfortuna e dalla cattiveria della gente più potente di lui.

Sebbene all’inizio non facesse notare tali aspetti, dal 1917 in poi gran parte delle comiche dirette, scritte, montate, musicate e interpretate da Chaplin avranno  come sfondo questa triste realtà. La fame e la sofferenza saranno le uniche amiche del povero vagabondo che cerca la fortuna per le strade deserte della città, sempre bersagliato dalla sorte ostile. L’unico elemento a cui spesso Charlot si aggrappa con le proprie forze è l’amore per qualche animale (spesso un cane) o per una bella ragazza, in gran parte dei casi anche lei sfortunata e miserabile.

“Nella mia mente – racconta Chaplin del suo personaggio – i suoi indescrivibili pantaloni rappresentavano una rivolta contro le convenzioni, i suoi baffi la vanità dell’uomo, il cappello e il bastone erano tentativi di dignità, e i suoi scarponi gli impedimenti che lo intralciavano sempre”. Buono e maldestro, buffo e malinconico, Charlot da “Il Monello” a “La febbre dell’oro”, da “Luci della città” a”Tempi moderni” fino al divertentissimo, e al tempo stesso incredibilmente duro,  “Il grande dittatore”, che segna l’ultima apparizione di Charlot, diventerà l’emblema dell’alienazione umana nell’era del progresso economico e industriale. Della spietatezza e delle ingiustizie della società moderna, sarà al tempo stesso simbolo e beffa, sarà candida vittima e pungente irrisore.

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