Mark Zuckerberg e Jack Dorsey, ovvero i simboli del web 2.0.Ā Geni per alcuni, nemici per altri; come l’Isis che ha apertamente minacciato i creatori di Facebook e Twitter.Ā “Presto i vostri nomi spariranno dopo che avremo cancellato i vostri siti e, Allah volendo, saprete che quello che stiamo dicendo ĆØ la veritĆ ” ĆØ il proclama contenuto in un video di 25 minuti messo online dai miliziani del Daesh cheĀ di fatto trasforma in “bersagli” i dipendenti delle due societĆ .
Una mossa attesa dopo che la Casa Bianca ha ingaggiato i due giganti della Silicon ValleyĀ per scatenare una vera e propria guerra mediatica volta aĀ mostrare ai giovani musulmani il vero volto dell’Isis. Una risposta alla potenza comunicativa del nuovo terrorismo internazionale, che proprio al web e ai social network si affida per reclutare nuove leve. Basti ricordare cosa avvenne in occasione degli attentati di Parigi del 13 novembre, quando hashtag come #prayforparis, creati per diffondere messaggi di solidarietĆ e cordoglio, furono presi d’assalto da simpatizzanti e affiliati del Califfato per inneggiare agli attentati e muovere nuove minacce all’Occidente. O al ricorso sempre piĆ¹ frequente a video e fotoĀ postatiĀ online in cui le regioni governate dall’Isis in Siria, Iraq e Libia vengono descritte come una sorta di paradiso terrestro governato dalla “legge di Allah” e confrontateĀ conĀ la “decadenza” della “immorale” societĆ “crociata”.
Colpire la sua propaganda significa depotenziare il Daesh. Per questo ai terroristi non ĆØ andata giĆ¹ la recente campagna con cui Facebook e Twitter hanno ordinato la chiusura di tutti gli account “sospetti”. Uno schiaffo insopportabile che ha portato l’establishment jihadista a studiare una contromossa. Il video, pubblicato nei giorni scorsi con il titolo “Flames of the Supporters” dal gruppo hacker “Sons of the Capliphate Army”, punta il dito proprio contro i fondatori dei due social network piĆ¹ diffusi al mondo. “A Marc e Jack, fondatori di Twitter e Facebook e al loro governo crociato- esordisce la clip -. Annunciate quotidianamente di aver sospeso molti account. A voi diciamo: ĆØ questo tutto quello che potete fare. Non siete al nostro livello”. Il gruppo rivendica infatti di aver hackerato piĆ¹ di 10.000 profiliĀ Facebook, oltre 150 gruppi Facebook e piĆ¹ di 5.000 account Twitter. “Molti di questi account sono stati distribuiti ai sostenitori e, se Allah lo consente, anche gli altri saranno distribuiti”. Il video amatoriale include un fotomontaggio in cui i volti di Zuckerberg e Dorsey sono avvolti da fiamme e travolti da una pioggia di proiettili.
Per Zuckerberg si tratta della prima minaccia da parte dell’Isis che, in passato, aveva giĆ preso di mira Twitter, nel 2014, minacciando di morte l’allora amministratore delegato Dick Costolo. Lo scorso anno Dorsey ĆØ stato invece accusato dall’organizzazione di aver avviato una “guerra”, facendo diventare i dipendenti della societĆ che cinguetta un “bersaglio”. Twitter negli ultimi otto mesi ha sospeso piĆ¹ di 125.000 account legati all’Isis. Ma allo stesso tempo ha avvertito che non c’ĆØ una formula magica per identificare contenuti terroristici.