Sono dei veri e propri ritratti di sculture note al grande pubblico, quelle di Michelangelo: dalle statue funerarie che adornano la tomba di Giuliano e Lorenzo de’ Medici alle tre Pietà, fino al David, al Mosè. E ancora, l’Adolescente custodito all’Ermitage e l’Arciere del Metropolitan di New York. Sono gli scatti realizzati dal fotografo Aurelio Amendola, che ritrai i capolavori dell’artista fiorentino sotto una luce mai vista prima. “Michelangelo fotografato da Aurelio Amendola” è la mostra curata da Massimo Bertozzi e ospitata fino al 19 giugno a Palazzo Cucchiari-Fondazione Giorgio Conti a Carrara.
Gli scatti di Amendola guardano i marmi del Buonarroti con occhio nuovo, attento al linguaggio della scultura e alle qualità della materia, ma anche carico di sentimenti e di patos per l’umanità delle figure michelangiolesche. Marmi che danno vita a forme sinuose delle quali esalta i particolari anatomici, riuscendo al tempo stesso a suggerire l’impulso vitale di corpi, solo momentaneamente, direbbe Michelangelo, imprigionati “in pietra alpestra e dura”. Il tutto nella semplicità delle immagini in bianco e nero.