In Bihar, Stato dell’India nord-orientale, estremisti indù hanno assalito una comunità pentecostale che stava partecipando ad un raduno pacifico di due giorni. Dopo la cerimonia di battesimo di una trentina di cristiani, i radicali hanno assaltato i fedeli accusandoli di conversioni forzate. Il pastore è stato picchiato insieme ad altri religiosi, anch’essi malmenati. Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians, ha denunciato “la crescente intolleranza contro i cristiani nella laica India”.
Il leader cristiano racconta che la comunità pentecostale Gems (Gospel Echoing Missionary Society) di Nabinagar è stata aggredita lo scorso 10 aprile, nel corso di un raduno pacifico dal titolo “Santità su santità”, organizzato dalla congregazione. Dopo la cerimonia del battesimo, circa 35 radicali appartenenti al Bajrang Dal (l’ala giovanile e militante del Vishva Hindu Parishad) hanno assaltato la preghiera schiaffeggiando l’organizzatore e colpendo fedeli e missionari con un mestolo da cucina; hanno infine bastonato capo e piedi del pastore Suresh Lakhra.
La polizia è accorsa sul posto, ma gli ufficiali non hanno voluto registrare il caso contro gli indù, mentre hanno fermato il pastore con tre capi di accusa, due dei quali non prevedono il rilascio su cauzione. “È davvero preoccupante – ha dichiarato Sajan – che la polizia sia faziosa contro la minoranza cristiana, mentre dovrebbe mantenere l’ordine e proteggere i cittadini”.
Un secondo gravissimo episodio di persecuzione contro i cristiani è avvenuto lo scorso 5 aprile quando nazionalisti indù del Bajrang Dal e dell’Rss (Rashtriya Swayamsevak Sangh) hanno fermato un altro cristiano, Deepak, mentre si recava nel villaggio di Budhani Chak per evangelizzare. L’uomo è stato torturato con ferocia per cinque ore con l’uso di catene, verga, falce e scarpe. Gli estremisti hanno poi scritto una falsa dichiarazione accusando l’uomo di aver offerto migliaia di rupie per convertire in modo forzato la popolazione e hanno anche tentato di fargli insultare il nome di Dio con scosse di corrente elettrica e minacciandolo di gettarlo sulle rotaie della ferrovia. Ma il religioso si è rifiutato e ha risposto: “Uccidetemi, ma non insulterò mai il nome di Dio”.