“La Caritas cerca di intervenire in ogni situazione di disastro. Porta cibo, acqua, medicine, vestiti e altro materiale di soccorso. È a tutti gli effetti l’esperienza concreta di Cristo ‘versato per voi e per tutti’”. Sono le parole di padre Frederick D’Souza, il direttore di Caritas India in una intervista ad AsiaNews . “Noi siamo lì per tutti – aggiunge il sacerdote – , come Gesù che ha versato il suo sangue per nutrire uomini, donne, bambini, anziani e malati di ogni etnia”. E ancora: “Cristo si dona sia ai suoi seguaci che a chi non lo segue, anche a coloro che lo perseguitano”.
Gli interventi “per tutti” dell’associazione cattolica in alluvioni, tsunami, cicloni e terremoti, oltre che nelle situazioni di disastro umanitario, di povertà, abbandono, malattia, contano numeri importanti. In India e nell’Asia, negli ultimi dieci anni, sarebbero stati oltre 200mila, senza contare le operazioni per il terremoto in Nepal, che ha registrato più di 3.500 morti.
Padre D’Souza racconta all’agenzia d’informazione cattolica specializzata nelle “periferie” geografiche e umane del mondo: “Quando avviene un disastro, viene sconvolta la vita delle persone. Le case crollano, alcune persone rimangono sepolte o trascinate via. I sopravvissuti versano spesso in condizioni traumatiche e impiegano anni prima di riprendere una vita normale”.
“Facciamo come Gesù di fronte al suo popolo assetato, affamato, scoraggiato, come una pecora senza un pastore”, dichiara il direttore di Caritas India. “Nelle calamità le persone non subiscono solo traumi fisici, ma anche emotivi, psicologici, spirituali. Non serve solo il cibo e una tenda, ma anche una spalla su cui piangere. E Caritas India offre esattamente questo”. Restituisce “dignità alle persone” che sopravvivono anche a “tsunami invisibili, devastazioni silenziose”, nelle “varie forme di sfruttamento, disparità economica, potere, meccanizzazione, riduzione delle persone in schiavitù”.