E’ una scatola di seta il contenitore che protegge, come un bozzolo, la preziosa pelle del Codex. Un climabox (un recipiente perfettamente climatizzato e sicura), che garantirà un fresco costante a dispetto delle alte temperature questi giorni. All’Istituto centrale per il restauro e la conservazione del Patrimonio archivistico e librario è giunto un momento atteso da tempo: dopo 4 anni il Codex Purpureus Rossanensis, celeberrimo evangelario Patrimonio dell’Umanita’ miniato nel V-VI secolo su pagine di pergamena color della porpora, lascia la cassaforte che lo custodisce e torna in Calabria, esposto al pubblico dal 2 luglio nel Museo Diocesano di Rossano Calabro.
L’arcivescovo del luogo, Giuseppe Satriano, è in trepida attesa. Fu il suo predecessore, Monsignor Marcianò, quattro anni fa a chiedere l’aiuto degli esperti romani in attesa dei lavori che nel frattempo hanno rimesso a nuovo, ampliandolo e arricchendolo di app e grandi schermi, il museo diocesano. Ad oggi, il polo vanta anche una teca d’avanguardia, costruita apposta per l’antico libro, climatizzata e monitorizzata, per tenere sott’occhio, 24h su 24h, il Codex e proteggerlo dalle ingiurie della vecchiaia.
Oggetto di un restauro delicato e sapiente, e messo in sicurezza da una nuova rilegatura, il testo, con i suoi quindici secoli di vita e il suo tesoro di fascinose miniature, è, probabilmente, il più antico libro illustrato della storia. Sono durate oltre due anni le indagini e le analisi nei laboratori romani, che ne hanno confermato il valore incommensurabile, l’origine orientale e l’epoca. Oltre a rivelare particolari inediti sulla sua fattura.
Un manoscritto talmente ben fatto che si conservato nel tempo a dispetto di viaggi, smembramenti e incendi. Un tesoro inestimabile, ma comunque fragilissimo. Per questo ha bisogno di essere mantenuto ad una umidità costante, con una temperatura tra i 18 e i 20 gradi, adagiato su due cunei quando viene aperto, tenuto al riparo da polvere, insetti e dita umane. Tanto che le preziose pagine – nel 2013 sfogliate sotto gli occhi di Papa Francesco e dell’allora presidente Napolitano – ora potranno essere girate solo una volta all’anno.
Dopo le analisi, ha raccontato all’Ansa la responsabile del laboratorio di restauro Icrcpal Lucilla Nuccetelli, l’intervento riparatore si è limitato all’indispensabile e ha riguardato soprattutto la sostituzione della rilegatura non corretta degli anni ’50, oltre a piccoli rappezzi nelle pagine più segnate. Unico al mondo per completezza, il Codice porta i danni irreversibili di un restauro del 1917 dimostratosi poi drammaticamente invasivo. “Lo eseguì Nestore Leoni, un maestro dell’epoca e lo fece benissimo”, precisa Nuccetelli. Tradito però dalle tecniche di allora, gelatina a caldo pressata sulle pagine che col tempo ha trasformato brutalmente i colori, facendo perdere per sempre, in alcuni punti, anche il il rosso porpora della pergamena. Mentre per la tecnica della ‘stiratura’, alcune pagine sono diventate trasparenti. Le mani sempre protette dai guanti, la restauratrice Maria Luisa Riccardi si sofferma paziente su ognuna delle pagine miniate, indica qua e là i danni. “Rimuovere oggi quello strato di gelatina sarebbe stato rischioso”.
Ma non tutto si è rovinato. Restano molte pagine che Leoni scelse di non toccare e in cui il rosso porpora, così come l’oro e l’argento dei caratteri, si possono apprezzare al meglio. E anche diverse miniature, tra cui la più bella, quella di Marco Evangelista con la Sofia, che proprio per l’incredibile stato di conservazione tanti hanno ritenuto più tarda. “Invece è coeva, le analisi lo dimostrano”. Scritto in caratteri onciali, ovvero greco maiuscolo, con ben 15 pagine miniate, il Codex ci è arrivato con 188 pagine, forse la metà di quelle che aveva in origine. Contiene due vangeli, quello di Marco e di Matteo, al quale mancano solo pochi versetti. Sono andati perduti i vangeli di Luca e Giovanni. E’ uno dei 4 esistenti al mondo con queste caratteristiche. “Ma fra questi è il più completo oltre che l’unico rilegato”, sottolinea Nucettelli. L’Unesco lo ha inserito nella lista dei testi Memoria del Mondo, l’assicurazione ha fissato una stima simbolica di 80 milioni di euro solo per la trasferta romana. A Rossano Calabro tornerà in un furgone climatizzato e scortato.