โMi chiamo Giorgia, ho 24 anni e vengo dalla Romania. Sono qui oggi per raccontare e purtroppo ricordare una parte dolorosa della mia vita. Avevo 17 anni quando sono arrivata in Italia, portata da persone che credevo amiche dei miei familiari. Loro mi avevano promesso un lavoro e io ho accettato vedendo quanto si stava male in famiglia, perchรฉ non cโerano soldi e non si mangiava tutti i giorni.ย Solo dopo ho scoperto di essere stata venduta come un oggetto e sono diventata la proprietร di qualcuno. Sulla strada mi hanno mandata con la forza, con calci e pugni, con le minacce e le torture delle quali ancora porto i segni nel mio corpo e in particolare nelle mie orecchie tagliate brutalmente dai magnaccia. Una notte ero fisicamente e psicologicamente distrutta, mi trascinavo per entrare nelle macchine dei clienti. Mi sentivo anche sporca e bruttissima perchรฉ mi avevano strappato tutti i capelli e si vedeva la cute… Le mie mani erano ferite, cosรฌ anche le ginocchia e avevo dei buchi nella pancia che mi avevano fatto saltandomi sopra con i tacchi a spillo. Eppure questi uomini che voi chiamate clienti sono persone che come me vanno a fare la spesa, a comprare qualcosa di cui hanno bisogno, che sentono la necessitร di appropriarsi di cose… Cosรฌ anche io sono diventata una cosa da comprare, come quando si va dal macellaio. Non riuscirรฒ mai a capire come una persona che si definisce uomo possa non avere pietร di una ragazza che sanguina, che piange e che soffre, facendo finta di niente, comprarla per chiedere di fare sesso mentre piange e sta male. Per me questi clienti, non saranno mai uomini ma persone disumane, senza cuore. Ciรฒ che mi addolora รจ quando si parla della prostituzione come un lavoro… Per me รจ una tortura cosรฌ come lo รจ per le tante giovanissime donne che oggi vado ad incontrare con la comunitร Papa Giovanni, con don Aldo, sulle strade per convincerle a uscire da questo inferno, trovare il coraggio di scappare. Il tutto non รจ facile ma sarร possibile se lo Stato, chi comanda avrร la volontร di fare leggi per fermare queste persone disumane. Quando mi picchiavano speravo sempre nell’arrivo di qualcuno che potesse liberarmi da quella trappola. Quando finalmente dopo mesi per la prima volta arrivarono i carabinieri fui veramente felice. Loro mi portarono subito in ospedale e poi in comunitร . Spero che questa proposta di legge per fermare i clienti delle schiave diventi veramente l’inizio di una grande speranza restituendo alle giovani donne la libertร . Grazieโ.
Queste sono le parole forti ed emozionanti di una delle centinaia di ragazze sottratte dalla terribile schiavitรน del marciapiede grazie alla Comunitร Papa Giovanni XXIII di don Oreste Benzi. Il grido di Giorgia รจ risuonato a Montecitorio in occasione della presentazione di una proposta di legge voluta dallโonorevole Caterina Bini del Partito Democratico, con la compartecipazione di colleghi di altri partiti.
La proposta di legge richiama quelle giร esistenti in altri Paesi europei e nel caso specifico italiano, si chiede che venga modificato lโarticolo 3 della legge 20 febbraio 1958 per introdurre sanzioni per chi si avvale di prestazioni sessuali di soggetti che esercitano la prostituzione.
โEโ una proposta di legge nata con la collaborazione dellโAssociazione Papa Giovanni XXIII e alcuni gruppi di scout di Pistoia โ ha dichiarato lโonorevole Bini prima firmataria del progetto di legge -. Si parte dal presupposto di andare controtendenza rispetto a tante altre leggi che sono giacenti in Parlamento, alcune delle quali prevedono la legalizzazione della prostituzione. Noi invece pensiamo che la donna sia una vittima della tratta e dello sfruttamento e quindi si deve colpire il cliente, perchรฉ solo riducendo la domanda diminuirร lโofferta. La proposta di legge nasce da questo, dallโopera di don Oreste, dalla volontร di ricostruire un progetto che รจ giร stato adottato dai Paesi nordiciโ.
Un progetto di legge che mira a punire il cliente e che riconosce nelle ragazze, obbligate a vendersi nei viali a luci rosse italiani, le vittime di un racket che muove ogni anno milioni di euro. Da oltre 30 anni la Comunitร si batte al fianco delle vittime della tratta e dello sfruttamento. In Italia si stima che siano tra le 75.000 e 120.000. Il 65% delle persone che si prostituiscono esercitano in strada, il 37% รจ minorenne, per lo piรน tra i 13 e i 17 anni.
Una conferenza stampa fuori dal comune, arricchita da alcuni momenti emozionanti che hanno fatto trattenere il fiato ai presenti. Due attrici della Star rose Accademy, lโaccademia di Claudia Koll, hanno portato a Montecitorio la sofferenza e lโangoscia che le vittime della tratta sono costrette a vivere ogni giorno: la gioia per una proposta di lavoro inaspettata, lโeuforia del viaggio, la fiducia che va in pezzi quando si rendono conto di essere state tradite da coloro che gli avevano promesso una vita migliore.
Anche il gruppo scout di Pistoia 1 ha partecipato all’evento. I ragazzi, dopo un’esperienza in una delle strutture dell’Associazione Papa Giovanni XXIII che ospita ragazze vittime della tratta hanno deciso di compiere un percorso volto a sensibilizzare ed informare l’opinione pubblica sul fenomeno della prostituzione. Gli incontri nelle scuole e nelle parrocchie sono stati il punto di partenza per un cammino di circa due anni. Gli scout hanno anche formato delle unitร per recarsi proprio sui viali a luci rosse delle loro cittร e, come faceva don Oreste Benzi, chiedere a queste donne: “Quanto soffri?”. Alcuni di loro hanno composto e musicato una canzone che parla di una ragazza che chiede di “essere guardata negli occhi perchรฉ non รจ un manichino”. Nel brano viene raccontato come la ragazza si senta derubata della vita, della libertร e diย “angelo” mandato in un freddo inverno per salvarla.
Eโ stato poi il presidente Paolo Ramonda, successore di don Oreste Benzi, la campagna di sensibilizzazione chiamata โQuesto รจ il mio corpoโ che chiederร agli italiani di sottoscrivere la petizione al fine di sostenere tutte quelle proposte di legge che mirano a debellare della prostituzione fermando la domanda e quindi il cliente: โQuesto รจ il mio corpo. Cosรฌ abbiamo voluto chiamare questa campagna perchรฉ รจ proprio sul corpo delle donne che si accaniscono i clienti e il racket. Noi vogliamo che la domanda cessi perchรฉ agendo sulla domanda, come si รจ visto in vari stati europei, il fenomeno della prostituzione crolla drasticamente. E poi perchรฉ la dignitร della donna si deve manifestare attraverso la difesa e la tutela della bellezza del suo corpo. Noi vogliamo chi clienti cambino vita, capiscano che รจ uno sfruttamento, รจ una mercificazione, รจ lo scempio piรน antico del mondo quello di comprare il corpo di una donna. Noi lavoriamo al fianco di molte ragazze, spesso anche minorenni perchรฉ possano essere libereโ.
โLa prostituzione e il male che lโaccompagna, vale a dire la tratta degli esseri umani ai fini della prostituzione โ si legge nella Convenzione internazionale contro la tratta -, sono incompatibili con la dignitร e il valore della persona umanaโ. In Italia, la legge del 1958, voluta dalla senatrice Lina Merlin, dichiarรฒ illegali le โcase chiuseโ e ridusse questo tipo di sfruttamento, che perรฒ รจ tornato prepotentemente a partire dagli anni โ90 con lo sviluppo dei flussi migratori. La situazione รจ ulteriormente degenerata con la recente emergenza profughi che ha travolto il continente europeo. Questa crisi รจ diventata terreno fertile per le varie organizzazioni criminale che hanno trovato nuove opportunitร per reperire e introdurre in Italia le vittime destinate al mercato del meretricio.
Secondo un rapporto della Commissione europea, il primo sul traffico degli esseri umani, sarebbero state 15.846 le vittime della tratta allโinterno dellโUe tra il 2013 e il 2014. Nel dossier dellโEuropol, fra lโaltro, non si fa riferimento solo alle donne e alla prostituzione ma anche allโimpiego di uomini e minori nel lavoro nero. Lo sfruttamento sessuale resta la principale forma di schiavitรน, riguardando il 67% delle vittime della tratta. Segue lo โsfruttamento del lavoroโ (21%). A finire nel racket sono soprattutto donne (76%), ma uno su dieci รจ un bambino (15%).