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EGITTO, ANCORA IN STALLO LA LEGGE SULLA COSTRUZIONE DELLE CHIESE CRISTIANE

Stallo burocratico sulla nuova legge per la regolamentazione della costruzione delle chiese e dei luoghi di culto in Egitto. L’inizio della discussione parlamentare, che era stata annunciata per la fine dello scorso maggio, non è neppure in dirittura d’arrivo: a distanza di quasi due mesi, il testo del progetto di legge non solo non è stato ancora portato in aula, ma viene sottoposto a continui ritocchi creando inutili lungaggini burocratiche.

La situazione sta suscitando preoccupazione nelle Chiese e comunità cristiane del paese nordafricano. Lo stesso Patriarca copto ortodosso Tawadros II, in una recente intervista, ha riferito di pregare spesso per l’intenzione che l’iter legislativo della nuova legge giunga presto a compimento. Nel frattempo, il Vescovo copto ortodosso di Tanta, Anba Paula, continua come rappresentante delle Chiese ad incontrarsi con i funzionari del Ministero della Giustizia e delle Commissioni parlamentari competenti per apportare ulteriori correzioni al testo di lavoro, in modo che essa possa essere approvato e non rischi di essere bocciato in aula da un voto parlamentare contrario.

La nuova legislazione, nelle attese dei cristiani egiziani, dovrebbe portare alla totale archiviazione delle regole disposte dal cosiddetto “Decreto Hamayoni”, la legge risalente al periodo ottomano che è all’origine di numerose controversie a livello locale. Secondo tali regole, la costruzione delle chiese cristiane è sottoposta a vincoli che non pesano sulla costruzione di moschee, come il divieto di costruire luoghi di culto cristiani vicino alle scuole, ai canali, agli edifici governativi, alle ferrovie e alle aree residenziali. Inoltre, il nuovo progetto di legge – consistente in 13 articoli – riconosceva il diritto dei Vescovi a ricorrere al Consiglio di Stato in caso di ritardi imposti in maniera artificiosa alle procedure per la costruzione di nuove chiese.

La costruzione di nuovi luoghi di culto cristiani è spesso fonte di disagi in parte della popolazione musulmana. Lo scorso 9 luglio quattro case appartenenti a famiglie cristiane copte sono state assaltate da circa 300 fanatici islamisti a Samalut, nell’Alto Egitto, dopo che si era sparsa la voce di un progetto di costruzione di una chiesa nella zona. L’attacco era stato perpetrato nonostante la smentita da parte del proprietario dei terreni, comunicata per tempo anche alle forze di polizia locali. Alle violenze settarie, avvenute a inizio settimana, è seguito un tentativo di conciliazione ispirato dalle autorità locali. La diocesi copta ortodossa di Samalut ha però fatto notare che spesso le vittime di violenze settarie permangono nella loro condizione di parte offesa senza ricevere alcuna giustizia.

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