“La signora”, “la stella”, “l’etoile”. Non basterebbero neanche 100 nomi o aggettivi per definire quello che è stato – e che tuttora è – Carla Fracci per la danza. Una donna che tutti conosciamo non solo per il suo incredibile talento, ma anche per la sua serietà, dedizione al lavoro e, perché no, simpatia. Non a caso, Virginia Raffaele l’ha inclusa nella sua linga lista di personaggi da imitare, individuando senza troppa fatica le sue caratteristiche principali: rigore, precisione e infinita bravura.
La signora della danza oggi compie 80 anni, un traguardo che lei stessa ha definito “significativo” e che verrà festeggiato non solo dai suoi cari, ma anche dalla città che l’ha vista nascere e crescere come professionista, Milano. Il Teatro alla Scala, infatti, dedicherà alla Fracci una serata d’onore – in data ancora di definire – per celebrare “una figura cardine della storia della danza e di quella del teatro alla Scala”.
Nata a Milano il 20 agosto del 1936, figlia di un tramviere, Carla Fracci si avvicina alla danza per caso, grazie ad amici dei genitori che avevano un parente orchestrale, appunto alla Scala di Milano. A soli 10 anni ha tra i suoi maestri dei geni della danza come Vera Volkova e, nel 1954, si diploma a pieni voti, diventando prima ballerina tre anni dopo.
“All’inizio non capivo il senso degli esercizi ripetuti, del sacrificio, dell’impegno totale mentale e fisico sino al dito mignolo”, racconta l’etoile ricordando i suoi esordi come ballerina, quando il coreografo Margot Fonteyn le si avvicinò durante le prove per correggerle la posizione del dito mignolo. Ben presto, però, Carla Fracci si impone come protagonista delle più note opere e a fianco di altri big della danza, da Rudolf Nureyev a Mikhail Baryshnikov.
Oggi, alla vigilia del suo 80 esimo compleanno, la più grande ballerina italiana di tutti i tempi resta fedele alla sua indole discreta e umile: “non ho mai amato festeggiare i miei compleanni e anche questa volta sarà lo stesso, starò in famiglia, con i miei nipoti”. E la sua carriera non è ancora conclusa. Il suo fisico ancora elastico e asciutto e la sua grande voglia di confrontarsi con il pubblico le permettono di salire ancora in palcoscenico, come ha fatto questa estate a fine luglio, alla Versiliana, col Balletto del Sud in “Sherazade e le Mille e una notte” nei panni della Regina del Mare su coreografia di Fredy Franzutti. Il suo unico rimpianto? Non essere riuscita a dirigere il balletto del teatro da dove tutto è iniziato, la Scala.