“Il Pd non è un insieme di correnti che dalla mattina alla sera sui giornali sparano alzo zero contro gli altri e seminando il panico tra i nostri militanti. Noi non ci faremo trascinare nella guerra del fango al nostro interno da chi pensa che sia opportuno litigare tra di noi, dimenticando che fuori di qui non ci sono le magnifiche sorti progressive, ma destra e populismi. E se non ce ne rendiamo conto tradiamo il nostro passato e il nostro futuro”. Lo ha detto Matteo Renzi chiudendo la Festa dell’Unità di Catania.
Il premier ha elogiato i valori del sud andando all’attacco della Lega ma detta anche la linea sul fronte M5s. “Non attacchiamo Virginia Raggi: rispettiamo il voto dei cittadini di Roma, facciamo vedere che siamo diversi da chi pensa che la politica sia guerra nel fango. Che abbiamo uno stile. Questo non significa abbassare la guardia” ma “noi le istituzioni le rispettiamo sempre, non quando c’è qualcuno dei nostri a governare. Prima del Pd c’è l’Italia”.
Renzi ha poi ribadito la sua apertura sull’Italicum. “Ci hanno detto – sottolinea – che il problema del referendum era la legge elettorale: abbiamo detto che siamo pronti a discuterne. C’è bisogno però che gli altri facciano proposte, noi facciamo le nostre”. C’è “Disponibilità totale a discutere di legge elettorale”, ma il premier ha attaccato anche “chi fuori da qui con strumenti propri della cultura antagonista ha cercato di rovinarci la festa” che “non rappresenta una cultura antagonista, ma è nel solco di chi ha storicamente negato alla sinistra una ragione di esistere. Quelli che contestano e spaccano tutto non hanno in testa il futuro dell’Italia”.
Il premier ha ricordato che il referendum non mette in discussione la legislatura. “Mi hanno chiesto di non personalizzare e ho smesso. Ho detto che la legislatura ha una vita a se stante. E non parliamo più del governo in caso di vittoria del No”. E ha lanciato una frecciata a Massimo D’Alema: “Alcuni leader del passato vorrebbero fregarci il futuro continuando con le divisioni interne, le risse, le polemiche di tutti i giorni. A loro diciamo che questa è la riforma del Pd, come lo era dell’Ulivo e del Pds”.