Si aggrava di ora in ora il bilancio del naufragio avvenuto mercoledì al largo delle coste dell’Egitto, di fronte alla città di Kafr El-Sheik, nel governatorato di Buhayra. Infatti alcune fonti ufficiali del Paese hanno comunicato che fino ad ora sono stati recuperati 162 corpi ma, con il passare delle ore e dei giorni, si affievolisce sempre di più la speranza di trovare ancora dei superstiti.
Solo oggi sono infatti 44 i cadaveri recuperati nelle acque del Mar Mediterraneo, molti dei quali in stato di decomposizione. Intanto è stata data sepoltura a 15 dei migranti che hanno perso la vita durante il tentativo di giungere in Europa e che sono stati identificati dai familiari.
La guardia costiera egiziana è riuscita a trarre in salvo 154 persone. Tra le vittime si contano molte donne e bambini. A bordo dell’imbarcazione viaggiavano più di seicento persone dirette in Europa, tra cui cittadini di nazionalità siriana, egiziana e generalmente africani.
Nella giornata dì giovedì le autorità egiziane hanno arrestato quattro persone, tutti membri dell’equipaggio del traghetto naufragato, disponendo per loro la misura di custodia cautelare in carcere in quanto accusati di omicidio colposo e di essere dei trafficanti di esseri umani. Le autorità egiziane, inoltre, hanno anche emesso un mandato di arresto per altre cinque persone. Per loro è scattato un provvedimento di detenzione della durata di quattro giorni, in attesa di conoscere il risultato delle indagini che sono in corso, al termine delle quali il loro fermo potrebbe essere convalidato.
Quest’anno sono circa 206.400 i migranti e i rifugiati che hanno varcato il Mar Mediterraneo, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni. Tra gennaio e giugno sono più di 2.800 le persone morte in mare, contro i 1.838 dello stesso periodo dello scorso anno.