Pd sempre più diviso sul referendum del 4 dicembre. Massimo D’Alema, intervenuto a Radio Anch’io, torna all’attacco. “Se vince il No – dice l’ex premier ribadendo di non aver intenzione di promuovere alcuna scissione – nessuna catastrofe. Non credo che Renzi si dimetterebbe. Solo sarebbe meno arrogante e ciò farebbe bene anche a lui”. Pronta è arrivata la replica del renziano Luca Lotti. “Se solo l’ex premier Massimo D’Alema – afferma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio – non fosse così accecato dalla rabbia e dall’odio personale per non aver ottenuto la sua poltroncina di consolazione potrebbe agevolmente scoprire la realtà. E cioè che ieri il presidente del Consiglio ha inaugurato i lavori contro il dissesto idrogeologico sul Bisagno che nessun governo aveva voluto prima di noi. Neanche i due governi D’Alema”.
Intanto il Tar del Lazio ha comunicato che entro la metà di ottobre deciderà sul ricorso presentato da Movimento 5 Stelle e Sinistra Italiana contro il Dpr d’indizione del referendum. Le due forze politiche ritengono che il quesito scelto dal governo e approvato dalla corte di Cassazione, sia “uno spot pubblicitario” e non sia, quindi, regolare.
Il presidente della seconda sezione del Tar, Elena Stanizzi, ha convocato i legali dei due partiti per ascoltare le motivazioni del ricorso. Tre sono le possibilità di decisione: confermare il provvedimento di indizione del referendum, annullarlo potendo anche dare indicazioni su eventuali cambiamenti nel quesito, oppure dichiararsi incompetente sulla materia.