Ricchissimo e generosissimo. Un connubio davvero raro reso forse possibile dal fatto che il protagonista di questa storia – Antonino Fernandez, il papà della celebre birra Corona – non è cresciuto nella bambagia, ma ha conosciuto la povertà e la fame. Undicesimo di tredici figli, all’età di 14 anni ha infatti dovuto abbandonare la scuola perché i genitori non potevano permettersi di pagargli le tasse.
La sua fortuna non è piovuta dal cielo: dopo essersi trasferito in Messico e aver fatto anni di gavetta come impiegato di magazzino nell’azienda dello zio della moglie, è stato nominato amministratore della società. A quel punto, l’ingegno e l’impegno gli hanno permesso di raggiungere un altissimo obiettivo, forse impensabile per quel ragazzino costretto a emigrare a causa della guerra civile spagnola: rendere la Corona non solo la birra più popolare del Messico, ma anche un marchio tutt’oggi esportato in tutto il mondo.
Antonino Fernandez è morto lo scorso agosto dopo aver accumulato una fortuna; ma, nonostante la ricchezza raggiunta, non ha mai dimenticato le sue origini. Nel testamento ha infatti espressamente scritto che, alla sua morte, i suoi milioni sarebbero dovuti andare agli abitanti del piccolo villaggio che gli ha dato i natali,Cerezales del Condado, per il solo fatto di essere suoi concittadini. Gli 80 residenti del suo villaggio hanno così ricevuto in dono un vero e proprio tesoro dal valore di 169 milioni, praticamente 2,11 milioni ciascuno.
Un ringraziamento postumo a Cerezales del Condado che adesso può vivere dell’eredità del suo generoso benefattore, che peraltro ha sempre finanziato le attività rurali della zona. Doveroso il ringraziamento dei paesani con tanto di cin cin a questa persona davvero unica: “Un ultimo brindisi con Corona per Antonio Fernández, gran benefattore e la miglior persona del mondo. Grazie di tutto”.