Mentre a Cuba si proclamano nove giorni di lutto nazionale per la morte del Lìder Maximo, i dissidenti del regime festeggiano per le strade di Miami. “Finalmente Fidel Castro muore”, scrive nel suo blog la dissidente Yoani Sanchez. Per le vie di Little Havana, a Miami, si vedono scene di gioia e di festa, dove una folla di cubani-americani si è riversata nelle piazze per festeggiare la morte di Fidel. Molti i cori e gli slogan contro “il dittatore” e lungo Calle Ocho, il cuore della piccola Avana, si è formata una coda di auto che prosegue lentamente tra il frastuono dei clacson e dei caroselli.
Messaggi di cordoglio e tristezza arrivano dai Pesi latino-americani, dal Messico al Guatemala: “E’ morto un amico”, commenta il presidente Enrique Pena Nieto, aggiungendo che ha impostato “il dialogo bilaterale sul rispetto e la solidarietà”. Per il presidente ecuadoregno Rafael Correa, molto vicino all’Avana, “Se ne è andato un grande. E’ morto Fidel. Viva Cuba, viva l’America Latina”. Anche dal Venezuela giungono parole di vicinanza e rispetto: “La sua è stata una grande storia basata sui principi di Bolivar e Martì”, così su twitter, il presidente Nicolas Maduro, che ha postato foto di Castro con Chavez e altre dei momenti salienti della rivoluzione cubana. E ha aggiunto “Ha fatto la storia con i popoli del mondo, per segnare un percorso di dignità. All’immortalità di coloro che lottano tutta la vita… Hasta la victoria, siempre”. Poi, la telefonata a Raul Castro, per esprimere la solidarietà al popolo cubano.
Altra storia negli Usa, dove i media, nelle loro edizioni on-line, tracciano ritratti senza compromessi del leader cubano, dandogli il titolo di “Leader repressivo”, o “Tormento per 11 presidenti degli Stati Uniti“, o meglio “L’uomo che ha portato il mondo sull’orlo di una guerra nucleare”, o ancora, come scrive il Washington Post “Leader repressivo che ha trasformato il suo paese in un gulag”. Poi c’è chi sottolinea, come il Los Angeles Times, che era “l’icona di un rivoluzionario la cui influenza si è fatta sentire ben al di là Cuba” e, secondo il Miami Herald, “l’uomo la cui ombra si è diffusa nel corso di quasi 50 anni in tutta l’America Latina e nel mondo”.
Un omaggio a Fidel Castro giunge anche da parte del leader russo Vladimir Putin: “E’ stato un amico sincero e affidabile della Russia, il simbolo di una epoca”, si legge in un telegramma citato dal Cremlino indirizzato al fratello Raul. “La Cuba libera e indipendente che lui e i suoi alleati hanno costruito – prosegue – è divenuta un membro influente della comunità internazionale ed un esempio di ispirazione per molti paesi”.
Ricorda Castro anche Gorbaciov: “Fidel ha resistito e ha rafforzato il suo paese durante il durissimo blocco americano, quando su di lui c’era un’enorme pressione, ed è stato capace di guidare portare il suo Paese sulla via di uno sviluppo indipendente. Ha lasciato una profonda impronta nella storia dell’umanità”. Dall’Italia, il Ministro degli esteri, Paolo Gentiloni, su Twitter si dichiara vicino al popolo dell’Avana: “Con #FidelCastro si chiude una pagina grande e drammatica del Novecento. Vicini al popolo cubano che guarda al futuro”.