Smessi i panni del premier, alla direzione Pd Matteo Renzi, dopo tre anni, parla più da segretario che da uomo delle istituzioni. Rinvia un confronto che “sarà duro” al termine della crisi di governo e assicura che il Pd non ha “paura di niente e di nessuno“. Se gli altri partiti vogliono “votare subito dopo la sentenza della Corte lo dicano chiaramente. Il Pd non ha paura della democrazia e dei voti”. I dem, forti del loro ruolo di partito di maggioranza relativa, sono chiamati “a dare una mano al presidente della Repubblica a chiudere la crisi”.
Lui, intanto, si è preso un break. Perché tra gli annunci fatti c’è anche quello che Renzi non farà parte della delegazione che salirà al Quirinale e che poi riferirà alla Direzione riunita in sede permanente. Ne faranno parte Lorenzo Guerini, Matteo Orfini, Luigi Zanda e Ettore Rosato.
“Domattina torno a casa per festeggiare gli 86 anni della mia nonna più giovane. Poi ho un torneo alla Playstation con i miei figli, speriamo di avere più fortuna di quanta ne ho avuta qui con qualcun altro…”, ha spiegato lo stesso leader Pd. Che però, chiudendo la sua enews, più che i toni dell’addio ha scelto quelli dell’arrivederci: “Troveremo un modo per non disperdere la bellezza di quello che avete fatto. Di quello che siete. Ci sono milioni e milioni di italiani che credono a un altro modello di politica”. Per Renzi, “è già tempo di rimettersi in cammino”.