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Attacchi a Istanbul, il bilancio sale a 44 morti. Blitz della polizia in tutto il Paese

Lo ha detto il ministro turco della Salute, Recep Akdag, specificando che tra le vittime si sono anche 36 poliziotti. I feriti sono 166.

Dopo la rivendicazione da parte del gruppo Tak (Falchi per la liberazione del Kurdistan), nel Paese sono immediatamente scattate le operazioni di polizia. Il ministero dell’Interno di Ankara ha confermato l’arresto di “almeno 235 persone” in operazioni in diverse zone della Turchia. Su tutti, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa ufficiale turca Anadolu, pesa l’accusa di “propaganda per conto di gruppi terroristici” e legami con il Pkk.

I caccia delle Forze Armate turche hanno intanto effettuato nuovi raid aerei contro postazioni del Pkk nel nord dell’Iraq: lo hanno annunciato i militari turchi. Secondo quanto reso noto, nelle operazioni condotte ieri sono stati distrutti 12 obiettivi dei curdi del Pkk, compreso un centro di comando.

Ankara, che considera il Pkk “organizzazione terroristica“, ha ripreso la campagna militare contro il gruppo nel luglio del 2015, dopo una lunga tregua e il tentativo di avviare un processo di pace.

Il Gran Mufti della Turchia, Mehmet Gormez, ha evocato la “giustizia divina” con cui dovranno fare i conti i responsabili degli attacchi terroristici che hanno insanguinato il Paese. Verranno “presto puniti in questo mondo” e poi dovranno fare i conti con “la giustizia divina”, ha detto Gormez, a capo della presidenza turca per gli Affari religiosi (Diyanet).

Intanto una delegazione di 30 diplomatici stranieri, tra cui la console generale italiana Federica Ferrari Bravo, hanno partecipato a una commemorazione sul luogo dell’attacco, davanti allo stadio del Besiktas. I partecipanti hanno deposto corone di fiori in ricordo delle vittime.

L’attentato è stato condannato dal leader del partito filo curdo Hdp, Selahattin Demirtas, detenuto nel carcere di massima sicurezza di Edirne. “Invito la nostra società, il nostro popolo a restare insieme nella speranza di un’opposizione alla violenza ha detto -. Per quanto difficili siano le circostanze, non dobbiamo abbandonare la nostra richiesta di pace, a cui attribuiamo un valore sacro, e non dobbiamo perdere la speranza“.

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