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Profanazione a Carpino: rubata la bara del cantante Antonio Piccininno

Non è il primo caso e probabilmente, purtroppo, non sarà nemmeno l’ultimo. Nella notte tra il 18 e il 19 dicembre scorsi, nel piccolo cimitero di Carpino, in provincia di Foggia, è stata trafugata la bara contenente i resti mortali del cantautore garganico Antonio Piccininno, contadino di professione ma dotato di un grandissimo talento musicale, tanto da essere considerato l’ultimo interprete della musica tradizionale di quel tratto di Puglia. Un atto deplorevole, che ha lasciato sotto choc famiglia e ammiratori del musicista, morto centenario lo scorso anno: “Non ci sono parole per definire un gesto così assurdo – ha commentato Stefano Pecorella, presidente del Parco Nazionale del Gargano -. Spero che gli autori siano assicurati alla giustizia in tempi rapidi”.

Non è bastata la porta che chiudeva la cappellina di famiglia nel piccolo camposanto del paese a fermare gli ignoti ladri che, favoriti dall’oscurità, dalla lontananza dal centro abitato e dall’assenza di telecamere di sorveglianza, hanno violato l’ingresso e profanato la tomba del cantante pugliese, scardinando la lapide e sottraendo il feretro, dileguandosi poi nel buio, facendo perdere ogni traccia. La scoperta è stata effettuata dai figli di Piccininno, Michele e Carlo, i quali hanno prontamente allertato le Forze dell’ordine.

Qualunque sia la motivazione alla base del deprecabile gesto, dalla richiesta di un riscatto alla “semplice” mitomania, le indagini, affidate alla Tenenza di Vico del Gargano, oltre che al commissariato locale, si premureranno di individuare al più presto i responsabili. Al di là degli esiti futuri della vicenda, resta evidente la ricorrenza con la quale atti simili tornino a verificarsi ai danni di personaggi particolarmente noti. L’ultimo caso illustre e che riguarda da vicino il nostro Paese, è stato quello di Mike Bongiorno, la cui bara fu sottratta il 25 gennaio 2011 e ritrovata l’8 dicembre successivo, senza che, trascorsi nel frattempo 5 anni, sia stato possibile identificare i colpevoli i quali, peraltro, non avanzarono nessuna pretesa. Ma, scorrendo i calendari, si incontrano altri avvenimenti simili, come il trafugamento della salma di Charlie Chaplin o di Juan Domingo Peròn.

Che sia, per l’appunto, l’ambizione mitomane o la volontà di ottenerne denaro, il furto di una salma resta un gesto vile e, senza dubbio, da condannare, chiunque sia l’ignaro e indifeso destinatario della profanazione. In merito alla vicenda di Piccininno, gli esiti dei controlli effettuati nell’aria circostante il cimitero hanno dato riscontri negativi. Nessuna traccia, finora, del feretro e delle spoglie che contiene, appartenenti a uno fra gli uomini più rappresentativi non solo della Puglia garganica ma, in un certo senso, dell’ultima romantica visione di quella tradizione musicale della quale è stata l’ultima grande voce, indimenticabile e indimenticata.

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