Lavoro, giovani, terrorismo. Ma anche legge elettorale, crescita e post-verità. Nel consueto discorso di fine anno Sergio Mattarella ha affrontato tematiche di stretta attualità, partendo da quelle di natura più strettamente sociale.
“Il problema numero uno del Paese resta il lavoro – ha detto -. Nonostante l’aumento degli occupati, sono ancora troppe le persone a cui il lavoro manca da tempo, o non è sufficiente per assicurare una vita dignitosa. Non potremo sentirci appagati finché il lavoro, con la sua giusta retribuzione, non consentirà a tutti di sentirsi pienamente cittadini. Combattere la disoccupazione e, con essa, la povertà di tante famiglie è un obiettivo da perseguire con decisione. Questo è il primo orizzonte del bene comune“.
La crescita, ha sottolineato, c’è ma è debole. “Il suo impatto sulla vita di molte persone stenta a essere percepito. Va ristabilito un circuito positivo di fiducia, a partire dai risparmiatori, i cui diritti sono stati tutelati con il recente decreto-legge“.
Il capo dello Stato ha poi rivolto un pensiero particolare “ai nostri concittadini colpiti dal terremoto, che hanno perduto familiari, case, ricordi cui erano legati. Non devono perdere la speranza. L’augurio più autentico è assicurare che la vita delle loro collettività continui o riprenda sollecitamente”. Ovunque, ha aggiunto, “nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nel ritrovarsi insieme. Ricostruiremo quei paesi così belli e carichi di storia. Ci siamo ritrovati tutti nel sostegno alle popolazioni colpite e nell’apprezzamento per la prontezza e l’efficacia dei soccorsi. Alla Protezione Civile, ai Vigili del Fuoco, alle Forze di Polizia, ai nostri militari, ai tanti volontari esprimo la riconoscenza del Paese. Il loro operato è oggetto dell’ammirazione internazionale”.
Per mettere mano a questi problemi, ha sottolineato Mattarella, occorre sentirsi parte di una comunità e quindi “condividere alcuni valori fondamentali” che vanno praticati e testimoniati ” anzitutto da chi ha la responsabilità di rappresentare il popolo, a ogni livello. Non vi sarà rafforzamento della nostra società senza uno sviluppo della coscienza civica e senza una rinnovata etica dei doveri”. Pertanto “la corruzione, l’evasione consapevole degli obblighi fiscali e contributivi, le diverse forme di illegalità vanno contrastate con fermezza“.
Il tema di stringente attualità, dopo la strage di Berlino, è quello della jihad e dei rischi connessi all’immigrazione. Mattarella sul punto è stato chiaro. “Dopo l’esplosione del terrorismo internazionale di matrice islamista, la presenza di numerosi migranti sul nostro territorio ha accresciuto un senso di insicurezza” ha evidenziato. Si tratta di uno “stato d’animo che non va alimentato, diffondendo allarmi ingiustificati. Ma non va neppure sottovalutato”. Non rendersi conto dei disagi e dei problemi causati alla popolazione, ha ciarito, “significa non fare un buon servizio alla causa dell’accoglienza. L’equazione immigrato uguale terrorista è ingiusta e inaccettabile, ma devono essere posti in essere tutti gli sforzi e le misure di sicurezza per impedire che, nel nostro Paese, si radichino presenze minacciose o predicatori di morte”. Anche nell’anno trascorso, ha ricordato, “le nostre Forze dell’ordine e i nostri Servizi di informazione hanno operato con serietà e competenza perché, in Italia, si possa vivere in sicurezza rispetto al terrorismo, il cui pericolo esiste ma si cerca di prevenire.ù
Il fenomeno migratorio, ha ribadito Mattarella, non può essere fronteggiato senza un contributo determinante dell’Unione europea. Da Bruxelles l’Italia si aspetta “gesti di concreta solidarietà sul problema della ripartizione dei profughi e della gestione, dignitosa, dei rimpatri di coloro che non hanno diritto all’asilo”
Oltre al terriorismo, poi, “vi è un altro insidioso nemico della convivenza, su cui, in tutto il mondo, ci si sta interrogando. Non è un fenomeno nuovo, ma è in preoccupante ascesa: quello dell’odio come strumento di lotta politica“. L’odio e la violenza verbale, ha spiegato, “quando vi penetrano, si propagano nella società, intossicandola. Il web è uno strumento che consente di dare a tutti la possibilità di una libera espressione e di ampliare le proprie conoscenze. Internet è stata, e continua a essere, una grande rivoluzione democratica, che va preservata e difesa da chi vorrebbe trasformarla in un ring permanente, dove verità e falsificazione finiscono per confondersi”.
Un’altra grave ferita inferta alla nostra convivenza, affermato il Presidente, “è rappresentata dalle oltre 120 donne uccise, nell’anno che si chiude, dal marito o dal compagno. Vuol dire una vittima ogni tre giorni. Un fenomeno insopportabile che va combattuto e sradicato, con azioni preventive e di repressione
Infine, ha spiegato ai citadini la scelta di non sciogliere le camere dopo la recente crisi di governo. “Non vi è dubbio – ha detto – che, in alcuni momenti particolari, la parola agli elettori costituisca la strada maestra. Ma chiamare gli elettori al voto anticipato è una scelta molto seria”. Occorre, ha aggiunto, “che vi siano regole elettorali chiare e adeguate perché gli elettori possano esprimere, con efficacia, la loro volontà e questa trovi realmente applicazione nel Parlamento che si elegge. Queste regole, oggi, non ci sono: al momento esiste, per la Camera, una legge fortemente maggioritaria e, per il Senato, una legge del tutto proporzionale. L’esigenza di approvare una nuova legislazione elettorale mi è stata, del resto, sottolineata, durante le consultazioni, da tutti i partiti e i movimenti presenti in Parlamento”.