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Sud Sudan, crisi alimentare in aumento: forti livelli d’insicurezza previsti per tutto il 2017

Il 2016 si è appena concluso senza che l’emergenza umanitaria del Sud Sudan, Stato africano di recente costituzione politica, abbia visto significativi miglioramenti dal punto di vista sociale e, soprattutto, nutrizionale. Anzi, stando a quanto riportato dal “Famine earling warning system networks” (Fews), agenzia impegnata nel monitoraggio dell’emergenza alimentare in varie parti del mondo, il 2017 potrebbe risultare addirittura un anno peggiore di quello passato: “Sono attesi livelli estremi di insicurezza alimentare – si legge nel dossier – in tutto il Sud Sudan almeno nel corso della prima metà del 2017. E’ probabile che la disponibilità di cibo sia più bassa del normale, a causa della sottoproduzione e dell’aumento dei prezzi, circostanze che limiteranno ulteriormente l’accesso alle scorte alimentari”.

Nel Sudan del Sud, a partire dal 2013, ha avuto luogo una violenta guerra civile, combattuta tra le forze governative, sotto le quali agisce il gruppo etnico dei dinka, e le fazioni ribelli fedeli all’ex vicepresidente, le quali sono perlopiù di etnia nuer. A seguito di una tregua datata agosto 2015, durante la quale sembrava essere giunti ormai a un definitivo “cessate il fuoco”, gli scontri sono ripresi, in coincidenza con il quinto anniversario dell’indipendenza dal Sudan, alimentando la portata di una crisi umanitaria tra le più gravi degli ultimi anni. A farne le spese, come in ogni caso simile, la popolazione civile, sia in termini di vite umane perdute, che nel palesarsi di forti condizioni di disagio.

Da questo punto di vista, le emergenze maggiori sono state riscontrate nei vari campi profughi allestiti lungo i confini dello Stato, all’interno dei quali hanno trovato rifugio decine di migliaia di persone. Molti di questi, però, sono ubicati in zone situate non a debita distanza dalle aree di scontro, circostanza che ha favorito, negli ultimi mesi, il verificarsi di incursioni da parte dei ribelli fra le tende dei rifugiati, in particolare nel campo di Mba Kandu. Al netto di una criticità così elevata, la necessità di assistenza umanitaria è proporzionale alla portata del dramma, pur se non sufficiente, da sola, a garantire un supporto totale alla popolazione locale.

Attualmente, sono oltre 3 milioni gli sfollati a causa del conflitto, metà dei quali ripartiti internamente. Numeri decisamente elevati, attraverso i quali è possibile inquadrare l’emergenza alimentare dichiarata dall’osservatorio “Fews”. Stando a quanto riportato ancora nell’indagine effettuata, le attuali condizioni di insicurezza minerebbero grandemente il commercio locale e, contemporaneamente, contribuirebbe alla crescita del rischio esaurimento, a breve termine, delle scorte domestiche: “Tutte le regioni del Paese sono in forte emergenza alimentare… Un particolare aumento è previsto nelle zone centrali e meridionali, dove già esiste un grave livello di insicurezza, destinato a peggiorare se non verrà garantito un più facile accesso agli aiuti umanitari”.

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