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E’ notte. Fa freddo. Lungo le strade della periferia bolognese le auto passano veloci. Ragazze seminude, con un sorriso plastificato, aspettano. Qui, un gruppo di duecento persone si è radunato, stretto attorno al suo pastore, il Vescovo Matteo Zuppi, per ricordare Cristina, la giovane uccisa sette anni fa da un cliente. Testimone di quella malvagità in cui cadono queste ragazze, circuite con l’inganno, con la promessa di una vita migliore, di un lavoro.

Ragazze arrivate in Italia sognando la felicità e gettate sulla strada, vendute a clienti maschi italiani. Da questi luoghi ha ripreso vigore la nuova campagna di sensibilizzazione sul tema della tratta ai fini della prostituzione, promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. Una delle eredità spirituali lasciate da don Oreste Benzi. Le donne che si prostituiscono arrivano da nazioni povere, ambienti familiari e sociali degradati, hanno alle spalle storie di violenza e abusi.

Già nel 1949 la Convenzione internazionale contro la tratta aveva stabilito che la “prostituzione e il male che l’accompagna, vale a dire la tratta degli esseri umani ai fini della prostituzione, sono incompatibili con la dignità e il valore della persona umana”. In Italia la legge del 1958, voluta dalla senatrice Lina Merlin, fece chiudere le “case di tolleranza” e ridusse questo sfruttamento. A partire dagli anni ’90, con lo sviluppo dei flussi immigratori, il fenomeno è riemerso e ha assunto connotati ancora più terribili, perché le vittime sono completamente alla mercé di trafficanti e sfruttatori. Con la recente emergenza profughi, le organizzazioni criminali hanno trovato nuove opportunità per reperire, condizionare e introdurre in Italia le vittime del mercato della prostituzione.

La posizione di Papa Francesco è chiarissima. Più di una volta il Pontefice si è pronunciato in maniera chiara e inequivocabile contro la tratta di persone. Nell’intervista che ha rilasciato in occasione della chiusura del Giubileo, ha ricordato la sua visita agostana ad alcune ragazze liberate dalla strada in una casa famiglia della Comunità, a Roma. E dell’incontro con le ragazze dice: “Ho pensato non solo agli sfruttatori, ma anche a quelli che pagavano le ragazze. Ma non sanno loro che con quei soldi, per togliersi una soddisfazione sessuale, aiutavano gli sfruttatori?”. Ricordando così che il cliente da un lato sfrutta la condizione di vulnerabilità della donna, dall’altro finanzia gli sfruttatori.

Poi, in modo serio e originale, ha invitato le ragazze a suggerirgli “come dare le legnate agli uomini (i clienti) che vanno da loro“. La parole del Papa vanno di pari passo con i numerosi documenti ufficiali della Chiesa, nei quali si invitano i vari governi a intraprendere strade che scoraggino la domanda di prostituzione.

La campagna, lanciata la scorsa estate, sta entrando sempre più nel vivo. Venticinquemila persone hanno firmato la petizione on line. Tante associazioni, piccole e grandi, stanno aderendo alla campagna, tra cui: Nuovi Orizzonti, ProVita, AiBi e Azione Cattolica.

Tratto da “Sempre”

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