“La situazione di Alitalia ci dice che l’azienda è stata gestita male”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda parlando a Radio anch’io rispondendo a una domanda sulla situazione della compagnia aerea e sul rischio di esuberi. “E’ un’azienda – ha detto – totalmente privata che ha problemi significativi di gestione. Non esiste che si parli di esuberi prima di parlare di piano industriale. Nessuna azienda si salva senza piano industriale“. Il ministro ha affermato che le colpe della gestione di Alitalia “non devono ricadere sui lavoratori“.
In vista dello sciopero generale del settore in programma il 20 gennaio e considerata la “grave situazione” della compagnia, i sindacati hanno messo nero su bianco la loro preoccupazione e inviato una lettera all’esecutivo per chiedere un incontro “urgentissimo“. E non potendo ancora aprire l’atteso confronto sul Piano di rilancio della compagnia, hanno anche aperto formalmente le procedure che potrebbero portare alla proclamazione di una mobilitazione a febbraio.
Nella missiva Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo chiedono “un urgentissimo incontro al fine di valutare ogni utile possibile decisione”. Sul tavolo ci sono le problematiche del Fondo di solidarietà del settore (alla base dello sciopero di venerdì 20), il cui funzionamento, nonostante alcune “novità positive“, è pesantemente aggravato dalle molte crisi aziendali. A questo si aggiunge poi l’annosa questione della vertenza Alitalia: le notizie emerse dopo l’incontro con il governo, e il conseguente rinvio della presentazione del Piano industriale alle organizzazioni sindacali, hanno “generato ulteriore tensione – avvertono i sindacati – sia tra i lavoratori coinvolti di Alitalia che del settore”. E’ in questo clima di incertezza e preoccupazione che i sindacati, denunciando l’assenza di un confronto sul Piano industriale e la presenza di “atti unilaterali nei confronti del lavoro, in violazione del contratto e degli accordi”, hanno aperto formale vertenza nei confronti di Alitalia: una procedura che, se non dovessero arrivare risposte, porterà ad un primo stop a febbraio. I sindacati chiedono che non venga eluso un confronto con loro e si dicono fin da subito disponibili ad un “percorso serio” con l’azienda sia sul Piano industriale che per l’apertura del tavolo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto a fine dicembre.