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Vandali imbrattano un pilastro del Colosseo con scritte minacciose

“Non c’è più rispetto”, cantava due decadi fa Zucchero “sugar” Fornaciari in una sua famosa canzone. E’ quanto viene da pesare guardando allo scempio, che alcuni ignoti – o sarebbe meglio definirli “idioti”? – hanno fatto sul monumento simbolo dell’Italia intera: il Colosseo.

Un antico pilastro al piano terra dell’Anfiteatro Flavio è stato imbrattato con vernice nera. Sulla semicolonna spicca addirittura la scritta “morte“. Inoltre, lo scempio è avvenuto su un pilastro posto in un’area transennata, interdetta al pubblico che frequenta la piazza del Colosseo, che affaccia sui Fori Imperiali.

Per compire le loro malefatte, dunque, i vandali hanno dovuto forzare la rete orsogril che transenna l’area, perché il pilastro imbrattato – che si trova tra l’ingresso per visitatori singoli e ingresso gruppi, vicino l’accesso con rampa per disabili – non è diversamente raggiungibile. Una volta superati tutti gli ostacoli, hanno potuto operare (o meglio: deturpare) indisturbati. Un’azione, dunque, che non ha nulla di casuale.

A darne l’allarme, stamattina, è stata una guida turistica abilitata al lavoro sulla piazza. Dopo la brutta scoperta, la direzione del Colosseo è subito intervenuta per rimediare: la zona devastata è stata coperta da un telo e gli addetti al restauro sono accorsi sul posto per fare una valutazione dell’entità dei danni. “Le strutture coinvolte dal danno non risalgono all’originaria costruzione del Colosseo ma sono lastre di rivestimento dell’Ottocento”, spiega la direttrice Rossella Rea, subito intervenuta con sopralluoghi tecnici.

Un atto vandalico a cui porre rimedio mettendo mano al portafogli, dopo i tanti soldi già spesi per completare il maestoso lavoro di restauro eseguito sulle facciate esterne del Colosseo grazie alla sponsorizzazione dell’azienda Tod’s.

A lasciare (ulteriormente) l’amaro in bocca è il fatto che “nonostante la rete, nonostante le telecamere, nonostante i controlli, queste persone siano riuscite a compiere questo gesto inconsulto”. Un fatto che la dice lunga su quanto sia permeabile questo monumento, icona della romanità e dell’italianità, che ha chiuso il 2016 con 6,4 milioni di visitatori.

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