Messo sotto torchio dagli investigatori, Abdulkadir Masharipov, l’uzbeko arrestato con l’accusa di essere l’autore della strage di Capodanno, ha confessato. Lo ha annunciato il prefetto di Istanbul, confermando che anche le sue impronte digitali corrispondono con quelle dell’attentatore, responsabile della morte di 39 persone al nightclub “Reina“.
Il killer
Masharipov – nome di battaglia Abu Mohammed Khorasani – è stato addestrato in Afghanistan e parla 4 lingue. Nella sua abitazione del quartiere di Esenyurt sono state trovate armi e 197 mila dollari. La polizia ha sequestrato anche 2 pistole con i relativi caricatori, una pistola ad aria compressa, un drone e alcune sim card. Insieme a lui sono finite in manette un cittadino iracheno e 3 donne straniere, accusati di essere membri dell’Isis. Insieme all’uzbeko, ha riferito il prefetto, non c’era il figlio di 4 anni. Complessivamente, nei 16 giorni successivi all’attacco, sono state arrestate 50 persone nei blitz condotti dall’antiterrorismo presso 162 indirizzi. La maxi operazione ha richiesto la partecipazione di 2 mila agenti.
L’arresto
La cattura di Masharipov era stata annunciata dai media turchi. L’uomo, secondo Ntv, ha fatto resistenza – come sembrano dimostrare le numerose ecchimosi e ferite sul volto che si vedono nella foto diffusa dalla polizia dopo l’arresto – ma non è chiaro se ci sia stato anche uno scontro a fuoco. Il terrorista si sarebbe nascosto tre giorni fa nell’appartamento, probabilmente un covo dell’Isis, che 24 ore dopo la strage aveva rivendicato l’azione definendola una punizione contro la Turchia. Khorasani, ha riferito la Cnn Turk, è già stato portato da un medico della polizia per alcuni controlli sanitari, come avviene solitamente nelle operazioni antiterrorismo in Turchia, prima di essere trasferito sotto rigide misure di sicurezza in un commissariato di Istanbul.
Isis
Nei giorni scorsi, dopo l’arresto della moglie, era stata diffusa la notizia che l’attentatore aveva trascinato nella sua fuga il figlioletto. Masharipov (28 anni), secondo notizie diffuse pochi giorni dopo la strage nella discoteca, sarebbe membro di una cellula asiatica dell’Isis e godrebbe di appoggi a Konya, nell’Anatolia centrale, da parte di un gruppo di uzbeki legati al sedicente Stato islamico. “E’ chiaro che ha agito per conto del Daesh” ha detto il prefetto di Istanbul.