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Il Papa esalta le donne: “Sono più coraggiose degli uomini”

“E’ una cosa mia, un’opinione mia: le donne sono più coraggiose degli uomini”. Questa frase, aggiunta a braccio da Papa Francesco nel corso dell’udienza generale nell’Aula Paolo VI, ha strappato un fragoroso applauso ai pellegrini presenti, tra i quali si è notato anche l’attore Arnold Schwarzenegger, ex governatore della California.

Il S. Padre ha continuato la sua catechesi sul tema della speranza cristiana sviluppando la sua riflessione sulla storia di Giuditta. Durante l’assedio dell’esercito di Nabucodonosor alla città di Betulia, la “situazione si fa drammatica, al punto che gli abitanti della città si rivolgono agli anziani chiedendo di arrendersi ai nemici. Le loro sono parole disperate: “Non c’è più nessuno che ci possa aiutare, perché Dio ci ha venduti nelle loro mani per essere abbattuti davanti a loro dalla sete e da terribili mali. Ormai chiamateli e consegnate l’intera città al popolo di Oloferne e a tutto il suo esercito perché la saccheggino”. La fine sembra ormai ineluttabile, la capacità di fidarsi di Dio si è esaurita, e, paradossalmente, sembra che, per sfuggire alla morte, non resti che consegnarsi nelle mani di chi uccide”.

“Quante volte – ha detto il Papa a braccio – arriviamo a situazioni limite in cui ci arrendiamo, non ci fidiamo di Dio. Che tentazione brutta”. La scena biblica continua con la proposta del capo del popolo di aspettare ancora cinque giorni. “E qui sta il peccato” ha sottolineato il Pontefice “Concedono cinque giorni a Dio ma non hanno fiducia”. Compare quindi Giuditta, “vedova, donna di grande bellezza e saggezza, ella parla al popolo con il linguaggio della fede. E’ coraggiosa – ha aggiunto ancora a braccio il S. Padre – rimprovera in faccia il popolo”. “Voi volete mettere alla prova il Signore onnipotente, […]. No, fratelli, non provocate l’ira del Signore, nostro Dio. Se non vorrà aiutarci in questi cinque giorni, egli ha pieno potere di difenderci nei giorni che vuole o anche di farci distruggere dai nostri nemici. […] Perciò attendiamo fiduciosi la salvezza che viene da lui, supplichiamolo che venga in nostro aiuto e ascolterà il nostro grido, se a lui piacerà”. Il Papa ha commentato: “E’ il linguaggio della speranza: bussiamo alla porta del cuore di Dio, lui è padre, lui può salvarci”. Giuditta “rischia anche una brutta figura ma è coraggiosa, va avanti – ha aggiunto il Papa – Il Signore è Dio di salvezza e lei ci crede (…) E’ una donna di fede. Poi sappiamo la fine: Dio salva”.

Non mettiamo mai condizioni a Dio – ha esortato il S. Padre – e lasciamo invece che la speranza vinca i nostri timori. Fidarsi di Dio vuol dire entrare nei suoi disegni senza nulla pretendere, anche accettando che la sua salvezza e il suo aiuto giungano a noi in modo diverso dalle nostre aspettative (…) Non siamo noi che possiamo insegnare a Dio quello che deve fare, ciò di cui noi abbiamo bisogno. Lui lo sa meglio di noi, e dobbiamo fidarci, perché le sue vie e i suoi pensieri sono diversi dai nostri”.

Tornando sulla figura di Giuditta, il Papa ha detto che “è coraggiosa nella fede e nella speranza”. E ancora a braccio ha aggiunto: “Anche noi, quante volte abbiamo sentito parole sagge, consigli coraggiosi da persone umili, donne umili che magari pensiamo, non per disprezzo, ma che sono ignoranti… e invece sono parole di saggezza di Dio. Penso alle parole delle nonne: quante volte sanno dire le parole giuste” perché “hanno l’esperienza della vita, si sono affidate a Dio e il Signore dà questo dono di speranza”. Il Papa ha concluso citando la preghiera di Gesù nel Getsemani: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice. Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà. E’ la preghiera della saggezza, della fiducia e della speranza”.

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