Il Pentagono studi le possibili opzioni per accelerare la lotta all’Isis, la cui sconfitta è stata inserita da Donald Trump in cima alla lista degli obiettivi da raggiungere sul piano internazionale. Il piano del dipartimento della Difesa Usa prevede, tra le altre cose, più uomini delle forze speciali in campo in Siria e in Iraq e il dispiegamento sul terreno di artiglieria pesante e di elicotteri da combattimento, per sostenere la riconquista delle principali roccaforti del sedicente Stato islamico: Raqqa e Mosul.
Trump ha dato 30 giorni di tempo al segretario della Difesa James Mattis per presentare alla Casa Bianca un piano d’azione che l’ex tycoon ha fortemente promesso in campagna elettorale, l’ormai famoso “piano segreto” per distruggere definitivamente l’esercito del Califfato. Terroristi “subdoli” che minacciano anche le città americane ed europee e che il tycoon ha liquidato in un’intervista alla Fox come “sporchi ratti“. Tutto contenuto in una direttiva che è stata al centro dei colloqui che hanno caratterizzato la prima visita del neo presidente americano al dipartimento della Difesa. Blitz per partecipare al giuramento dell’ex generale Mattis e per un primo approfondito briefing con lo stato maggiore al completo, dai vertici dell’esercito a quelli della marina e dell’aeronautica militare.
Un riunione a 360 gradi. Sul tavolo infatti non c’è solo la lotta all’Isis. Trump, che si appresta a emanare più di una direttiva, ha chiesto anche un attento riesame sia della situazione in materia di armamenti nucleari (dai missili sugli aerei a quelli sui sottomarini e nei bunker sotterranei) sia sullo stato dell’arte in materia di scudo spaziale, in vista di una possibile revisione delle politiche attualmente in vigore. Oltre a uno studio su come aumentare uomini e mezzi nelle forze armate, che dovrà comprendere una proiezione dei relativi costi. Sono molte dunque le sfide che, nelle sue prime settimane al Pentagono, Mattis dovrà affrontare, compreso un primo viaggio in Asia la prossima settimana per rassicurare alleati come il Giappone e la Corea del Sud sugli impegni Usa sul fronte della sicurezza e della protezione degli alleati. Stesso obiettivo della prima visita in Europa che il nuovo capo del Pentagono compirà la settimana dopo, per visitare il quartier generale della Nato a Bruxelles e partecipare alla conferenza di Monaco sulla sicurezza.
Al piano anti-Isis il segretario alla Difesa lavorerà a stretto contatto con il capo di stato maggiore, il generale Joseph Dunford. Mentre con il segretario di Stato Rex Tillerson dovrà mettere a punto un altro piano: quello per la creazione delle ‘safe zone’ promesse da Trump in Siria e oggetto di un’altra direttiva.