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Oltre mille migranti sbarcati in Sicilia da tre navi

Mentre nelle campagne tra Rignano e San Severo si è conclusa senza incidenti la demolizione delle baracche del “gran ghetto” dove in un incendio nella notte tra il 2 e il 3 marzo scorsi sono morti due maliani, non si ferma il flusso di migranti sulla rotta del Mediterraneo. Sono complessivamente 1.264 quelli arrivati oggi in Sicilia. Al molo Marconi del porto di Messina dalla nave della Guardia Costiera Fiorillo ne sono sbarcati 246. Erano stati recuperati nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia. Ad accoglierli personale della Prefettura, delle forze dell’ordine, dell’Asp e delle associazioni di volontariato. Saranno trasportati nei centri di accoglienza a Messina e nel resto del paese. Altri 515 sono arrivati a Pozzallo (Ragusa) a bordo della nave Acquarius dell’associazione umanitaria ‘Sos Mediterranee’ che aveva a bordo personale di Medici senza frontiere, mentre 505 sono approdati a Catania sulla nave Siem Pilot. In questo caso a bordo anche il cadavere di un giovane, probabilmente minorenne, morto per cause naturali. Intanto continuano i salvataggi nel Mar Mediterraneo.

Sono invece 350 i migranti sgombrati dal “gran ghetto”. Secondo quanto riferiscono fonti della prefettura di Foggia, tutti hanno trovato ospitalità nelle due strutture nelle campagne di San Severo allestite dal Comune (ex Arena) e dalla Regione Puglia (azienda agricola Fortore). Dalla prefettura sottolineano che i migranti, contrari a lasciare il ghetto per il timore di perdere il contatto con i loro fornitori di lavoro, che in molti casi sono i caporali, “alla fine hanno compreso che nelle strutture dove sono stati accolti vivranno in una condizione molto più confortevole”. “Il ghetto – commentano le fonti della prefettura – è stato sottratto al caporalato” ma l’attività di “contrasto a questo fenomeno continuerà ad ampio raggio, monitorando anche le aziende agricole”.

Sempre in tema di immigrazione ma sul fronte nord-orientale dell’Europa emerge una rivelazione fatta oggi dal domenicale tedesco Welt am Sonntag. Nel settembre del 2015, nel pieno della crisi dei migranti sulla rotta balcanica, la Germania aveva deciso di chiudere la frontiera sud con l’Austria e di respingere i richiedenti asilo, ma poi, all’ultimo momento, cambiò idea. Il giornale scrive che il ministero dell’interno di Berlino non ha “né smentito né confermato” la rivelazione. Sempre secondo il giornale, la cancelliera Angela Merkel, il 12 settembre 2015 si accordò con ministri del suo governo di coalizione per inviare subito migliaia di agenti di polizia per chiudere la frontiera con l’Austria la sera stessa. La decisione fu poi stoppata, perché alcuni ministri si opposero, in quanto non intendevano assumersi la responsabilità di un’azione che avrebbe potuto essere illegale, e in quanto l’immagine di poliziotti tedeschi che fermano donne e bambini disperati avrebbe potuto essere impopolare.

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