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IL “NO” DI KERI ALL’ABORTO PER SALVARE ALTRE VITE

Sa che la bimba che porta in grembo subito dopo la nascita morirà perché non ha il cervello. Ma la metterà ugualmente alla luce, portando avanti una gravidanza dolorosa e senza speranza, per poter donare i suoi organi. Non è “solo” un sonoro schiaffo all’aborto quello che una mamma statunitense ha deciso di assestare malgrado la grave malattia che ha colpito la sua creatura. E’ un gesto eroico, di grandissima umana pietà, intimamente legato a quel sacro principio del sì alla vita e alla fiducia alla Divina Provvidenza che ha in Papa Francesco il più grande profeta contemporaneo.

La storia

E’ una storia arrivata – come spontaneo segno di contraddizione – in Italia sulla scia del rumoroso tam tam esploso dopo il concorso indetto dalla Regione Lazio per l’ospedale San Camillo e riservato solo a ginecologi non obiettori. Dagli Usa, invece, una giovane mamma, Keri Young, è balzata agli onori delle cronache internazionali per aver posto al suo medico questa semplice domanda, dopo aver saputo che per la sua bimba non ci sarebbero state speranze di sopravvivenza: “Se porto a termine la gravidanza, possiamo donare i suoi organi?”.

Il dramma e la scelta

Dopo l’assenso dei sanitari, la scelta di questa giovane donna, che partorirà la figlia pur sapendo che nascerà senza parte del cervello e del cranio, ha iniziato a fare il giro del mondo. La bimba risulta affetta da anencefalia che causa la morte durante il parto o nei giorni immediatamente successivi perché comporta l’assenza dell’encefalo, ovvero dei centri nervosi che controllano funzioni vegetative e movimenti volontari. La scoperta che questa condizione riguardasse proprio la loro bimba, alla quale è stata dato il nome di Eva, per la famiglia di Oklahoma City, negli Usa, è avvenuta alla 20/ma settimana di gestazione, attraverso un’ecografia. Ma messa davanti alla situazione tanto grave e senza vie d’uscita, Keri ha deciso comunque di non abortire, per poter donare gli organi della sua piccola. Così Eva, che in ebraico significa “colei che dà la vita“, verrà alla luce il 7 maggio prossimo e trascorrerà solo poche ore con i genitori. Ma potrà salvare altri bimbi.

Messaggi d’amore

Una vicenda, a dir poco commovente e tragica, che la coppia ha deciso di raccontare su Facebook con serena sincerità: “Questo è il perfetto cuore di nostra figlia. Ha piedi, mani, reni e fegato perfetti. Sfortunatamente non ha un cervello perfetto”, scriveva il 13 dicembre scorso Keri, allegando l’immagine dell’ecografia. “Non è stata una decisione facile. Per le prossime 20 settimane sentirò i suoi calci, il singhiozzo”, si legge. “Siamo devastati“, ma “stiamo provando a vedere gli aspetti positivi di questa situazione, amare il tempo che possiamo condividere con Eva, ed essere grati per l’impatto che avrà sul mondo”. Tutto condiviso sui social, compreso l’audio del battito della piccola, accompagnato da queste parole di Keri: “Mi ha dato tanta gioia”, “non riesco a capacitarmi di come sia possibile che il suo cuore batta ancora”. Una scelta, quella della donna, pienamente condivisa dal marito e papà della bimba, Royce Young, che pochi giorni fa ha consegnato queste parole a un post fatto proprio da 6 mila persone: “La scorsa notte stavo ammirando la mia splendida moglie mentre dormiva sul divano. La guardavo lì distesa, con gli occhi socchiusi ed il volto sereno, mentre la nostra bambina scalciava nel suo pancione“.

I precedenti

Non è la prima volta che accade un episodio simile, ma fino ad ora i casi hanno riguardato bimbi nati da gravidanze gemellari, che comunque sarebbero state portate avanti perché uno dei due nascituri era sano. Il 23 aprile 2015 a commuovere la Gran Bretagna era stata la storia di Teddy Houlston, di Cardiff, nel Galles, vissuto appena 100 minuti, ma sufficienti a donare i suoi reni. Alla madre già durante la gravidanza era stato detto che era condannato da un’anencefalia. Mentre a dicembre dello stesso anno la più piccola donatrice di organi della storia è diventata Hope Lee, nata a Cambridge e vissuta per poco più di un’ora. Anche lei a causa di assenza di encefalo, patologia in parte evitabile con assunzione di acido folico nei primi mesi di gravidanza. Ed ora è la volta della bimba di Keri e Royce Young che, pur nella immane tragedia che l’ha travolta ancora prima di nascere, è già simbolo di speranza e di amore per la vita. Grazie piccola Eva.

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