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Conclusi gli Esercizi spirituali, il Papa: “Dio ci parla attraverso le cose semplici”

Voglio ringraziarti per il bene che hai voluto farci e per il bene che ci hai fatto. Grazie per essere ‘normale’. Alle volte, le parole più semplici sono quelle che ci aiutano, o quelle più complicate: a ognuno, il Signore dà la parola giusta”. Nel sesto ed ultimo giorno di Esercizi spirituali del Papa con la Curia Romana, Bergoglio ha ringraziato padre Michelini per le sue meditazioni e per la semplicità delle sue parole. Francesco ha fatto quindi ritorno in Vaticano.

Grazie per essere una persona “normale”

Il Pontefice, prendendo la parola dopo la nona meditazione, sul tema della “tomba vuota e la Risurrezione” secondo il Vangelo di Matteo, ha ringraziato il francescano per la naturalezza e la preparazione con cui li ha guidati nella riflessione: “Grazie per il lavoro fatto e la tua preparazione e soprattutto grazie per essere ‘normale’. Voglio ringraziarti per il bene che hai voluto farci e per il bene che ci hai fatto. Prima di tutto, per il tuo mostrarti come sei, naturale, senza ‘faccia da immaginetta‘. Naturale. Senza artifici”. Il Papa ricorda che “prepararsi significa avere responsabilità e le meditazioni di questi giorni lo dimostrano”.

La Risurrezione, una pagina “di respiro”

La pagina finale del Vangelo di Matteo, quella della Risurrezione, è stata al centro della meditazione dell’ultimo giorno degli Esercizi spirituali. “E’ finalmente una pagina di respiro – commenta padre Michelini -, che svela il mistero cristiano. Dopo il dolore e la Passione non c’è la fine, ma c’è un nuovo inizio, che è la Risurrezione”. Quindi, si è interrogato su come annunciare questo evento all’uomo di oggi, quello stesso uomo che “appare emblematicamente come il protagonista del racconto di Franz Kafka nelle Metamorfosi, Gregor Samsa, che si sveglia un giorno trasformato in insetto, solo, chiuso in sé, ansioso e senza legami d’affetto con la famiglia”.

La libertà, ecco il messaggio della Risurrezione

E’ necessario, quindi, ripartire da Gesù e dal suo messaggio: “La Risurrezione indica una novità reale del Cristo rispetto al Gesù storico, certo; il suo corpo è un corpo post-pasquale. Ma una novità che è anticipata nei segni storici del Gesù pre-pasquale. E dove voglio arrivare, con questo mio tentativo di risposta? Che quando sentiamo dire che è risorto, possiamo ripartire dall’uomo Gesù, da quello della Galilea, il cui messaggio è un messaggio di liberazione dell’uomo”.

Meditazione e carità

Ma questo messaggio di libertà, oggi, può arrivare attraverso due strada: la meditazione della Sacra Scrittura e la carità, entrambe sottolineate e illustrate dal Papa. “Applicarci per capire di più quello che vogliono dire i 27 Libri del Nuovo Testamento – ha spiegato il frate -, gli altri Libri del Primo Testamento e perché possiamo spiegarli di nuovo, attraverso la vita della Chiesa, la Liturgia, l’omelia che è al centro di tanti numeri dell’Evangelii Gaudium, ma attraverso anche l’impegno culturale. Ma l’altra strada, se noi potessimo aprire la stanza dove è chiuso Gregor Samsa, è la strada della carità. Se Samsa anziché rimanere lì, in una squallida stanza chiusa (avete capito? Volevo dire: è una tomba!) se fosse stato soccorso da qualcuno, avrebbe ritrovato la sua umanità. E anziché insetto, forse avrebbe potuto riconoscere qualche tratto del suo corpo umano

“Non basta la tomba vuota”

Nel Vangelo di Matteo, l’annuncio della Risurrezione è dato dall’Angelo. Padre Michelini prende spunto da questo per sottolineare come non basti la tomba vuota: “Della Risurrezione va detto, il messaggio di Cristo Risorto va annunciato“. Inoltre, ha ricordato il teologo, “le parole di Matteo mettono in chiaro anche un’altra dimensione della Resurrezione, il perdono”. Infatti, “Cristo Risorto vuole incontrare gli undici discepoli e li chiama ‘fratelli’, li ha perdonati per averlo abbandonato”. Anche se gli apostoli sono “dubbiosi”, Gesù si fa loro vicino. Matteo ha concluso il suo Vangelo con le parole: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. “E’ davvero questo – ha concluso padre Michelini -, “il ‘modo di fare di Dio’ la cui Parola è ‘capace di illuminare i nostri limiti e trasformarli inopportunità’. Si tratta della risorsa più grande che abbiamo, nonostante i nostri dubbi e la parte cattiva di noi e i nostri peccati”.

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