“L’ultima tragedia in questo crocevia mortale evidenzia il vergognoso fallimento dei governi europei nell’affrontare la crisi globale dei rifugiati“. E’ l’amaro commento di Gauri Van Gulik, vice direttrice per l’Europa di Amnesty International in seguito alla notizia della morte di 200 persone che sono annegate nel Mediterraneo a largo delle coste della Libia mentre cercavano, su un barcone fatiscente, di raggiungere l’Europa.
“È chiaro – prosegue Van Gulik – che innalzare muri e recinzioni non sta scoraggiando i disperati dal tentativo di raggiungere la sicurezza; semplicemente, mette più vite in pericolo e riempie le tasche dei trafficanti. Rifugiati e migranti devono affrontare orribili violazioni dei diritti umani in Libia, ma i governi europei continuano a dare priorità al tenerli fuori dall’Europa a tutti i costi. Il recente annuncio di misure per cooperare con la guardia costiera libica, che respinge le persone intercettate in Libia dove possono essere torturate, stuprate e sottoposte a condizioni terribili nei centri di detenzione, è solo l’ultimo esempio del loro approccio irrimediabilmente ottuso“.
L’appello è ancora una volta diretto alla creazione di percorsi sicuri e legali per prevenire nuove tragedie: “Oltre a rafforzare le loro misure in materia di ricerca e soccorso – ha concluso Van Gulik –, i leader europei potrebbero contribuire a salvare vite in mare offrendo percorsi sicuri e legali per l’Europa e sostenendo misure per proteggere i diritti umani dei rifugiati e dei migranti all’interno della Libia”.
“Quanto alta deve essere la conta delle vittime – conclude amareggiato – prima che i governi europei accettino che la loro strategia attuale non funziona?”.