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Referendum in Turchia, sondaggi: Sì al presidenzialismo in leggero vantaggio

Sì in leggero vantaggio in vista del referendum costituzionale sul presidenzialismo che si svolgerà la domenica di Pasqua in Turchia. Lo sostengono gli ultimi due sondaggi resi noti in queste ore. Secondo l’istituto demoscopico Anar, la riforma voluta dal presidente Recep Tayyip Erdogan verrebbe approvata con il 52% dei voti. Una percentuale che potrebbe anche aumentare leggermente considerando anche i voti dei turchi all’estero, non stimati nel sondaggio.

Le urne per gli emigrati si sono chiuse domenica – salvo quelle ai valichi di frontiera – con un’affluenza record di oltre il 45%, che secondo gli analisti potrebbe premiare Erdogan dopo la campagna caratterizzata dallo scontro frontale con i Paesi Ue. In calo, secondo Anar, sarebbero anche gli indecisi, scesi all’8%. Anche l’istituto Konsensus stima il “Sì” leggermente in vantaggio con il 51,2%, rovesciando una sua precedente rilevazione di fine marzo, in cui con la stessa percentuale risultava in testa il “No”. Per gli analisti, sarà decisivo l’orientamento finale assunto dagli indecisi, tra cui ci sarebbero una parte dell’elettorato nazionalista e i curdi più conservatori.

Sull’esito del voto di domenica potrebbe pesare l’emergenza terrorismo con cui la Turchia convive da più di un anno. L’ultimo attacco ha preso di mira una stazione di polizia di Diyarbakir, “capitale” curda nel sud-est del Paese. Secondo il ministro degli Interni,  Suleyman Soylu, che ne ha parlato alla tv Haberturk, non si sarebbero dubbi sulla natura terroristica dell’attentato. La deflagrazione, avvenuta in un’officina in cui erano in corso lavori di riparazione di un mezzo blindato, è stata provocata da materiale esplosivo collocato in precedenza sul posto attraverso un tunnel sotterraneo scavato dall’esterno. Il bilancio finale, ha aggiunto il ministro, è di 3 vittime e 12 feriti. Secondo l’agenzia Dogan, almeno 5 sospetti sono stati fermati in relazione all’attacco. La zona di Diyarbakir è stata spesso caratterizzata da scontri fra forze di sicurezza e miliziani estremisti del Pkk curdo, che Ankara considera un’organizzazione terroristica.

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