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Si è spento il cardinale Nicora, “inventore” dell’8 per mille

E’ deceduto il cardinale Attilio Nicora, presidente emerito dell’Apsa. Nato a Varese 80 anni fa, il porporato era stato ausiliare di Milano e vescovo di Verona, ma il suo nome è legato soprattutto alla revisione del Concordato del 1984. Grande giurista, era stato lui a rappresentare la Santa Sede nelle trattative e per questo è stato considerato il padre dell’8 per mille, il meccanismo che sostituì le vecchie “congrue”, consentendo la libera destinazione da parte dei cittadini di una fetta dell’Irpef alla Chiesa Cattolica.

Legato Pontificio per le Basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli in Assisi, era stato presidente emerito dell’Autorità di Informazione Finanziaria (A.I.F.). Dopo gli studi liceali, conseguì la laurea di Giurisprudenza all’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore (1959). Era stato nominato vescovo titolare di Fornos minore da Papa Paolo VI con l’incarico di ausiliare dell’Arcidiocesi di Milano, ordinato il 28 maggio del ’77 dal cardinale Colombo che gli affidò la pastorale sociale e l’apostolato dei laici. E Carlo Maria Martini lo aveva voluto come primo collaboratore nominandolo pro-vicario Generale, continuando a seguire i due settori richiamati e i rapporti con le istituzioni locali e regionali. Nel febbraio del 1984 era stato nominato Co-presidente per parte ecclesiastica della Commissione Paritetica italo-vaticana incaricata di predisporre, nel quadro della revisione del Concordato Lateranense, la riforma della disciplina concernente i beni e gli enti ecclesiastici. Le conclusioni raggiunte furono adottate a livello pattizio con il Protocollo tra Repubblica Italiana e Santa Sede, firmato a Roma il 15 novembre 1984 ed entrato in vigore il 3 giugno 1985. Per seguire da vicino la fase attuativa del nuovo accordo, l’11 febbraio del 1987 monsignor Nicora era stato posto a disposizione della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) a Roma con la qualifica di Incaricato per i problemi relativi all’attuazione degli Accordi del 1984.

Nominato Presidente del Comitato Cei per i problemi degli enti e dei beni ecclesiastici, è stato fino al 1995 co-presidente della Commissione Paritetica Italia-Santa Sede per l’attuazione del nuovo Concordato. Dal 1990 al 1992 ha ricoperto anche l’incarico di presidente della Commissione Episcopale per il servizio della carità e di Presidente della Caritas Italiana. Il 30 giugno 1992 Giovanni Paolo II lo ha trasferito alla sede episcopale di Verona, dove ha svolto il suo ministero, continuando nel contempo a collaborare con la Cei e con la Santa Sede nella trattazione delle questioni giuridiche di natura pattizia. Il 18 settembre 1997, rinunciando al governo pastorale di Verona, è rientrato a Roma, riprendendo a tempo pieno la cura delle questioni giuridiche canoniche e concordatarie presso la CEI come Delegato della Presidenza e assumendo la rappresentanza dei Vescovi italiani presso la Commissione degli Episcopati della Comunità Europea (Bruxelles), della quale nel 2000 è stato nominato vice-presidente. Fu creato cardinale da Giovanni Paolo II nel concistoro del 21 ottobre 2003. Era ancora il cardinale presidente dell’Università Lumsa.

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