“Il governo ha escluso la nazionalizzazione di Alitalia e credo che i cittadini, che hanno pagato 7,5 miliardi, più questo prestito ponte, quindi 8 miliardi sono molto attenti a come vengono usati i loro soldi e dobbiamo essere noi molto attenti a come vengono usati“. Lo ha detto a Radio Anch’io il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, a proposito di una possibili quota statale nell’ex compagnia di bandiera proposta anche da Matteo Renzi.
“Qualunque idea è benvenuta – ha spiegato – tanto più se viene dal segretario del partito di maggioranza del governo, quindi ‘azionista’ di maggioranza. Purché tenga conto che senza un’alleanza con una grande compagnia internazionale rischia di essere difficile. Penso che questo Renzi lo sappia bene, aspettiamo di vedere questa proposta“.
La priorità è trovare qualcuno che “compri l’insieme dell’azienda in un contesto in cui si cerchi di rilanciarla”. Oggi, però, “non ci sono trattative sul tavolo, i commissari devono predisporre un programma ed è previsto che entro 15 giorni inizino ad aprire alle manifestazioni di interesse“. Quando arriveranno le valuteremo, ha aggiunto Calenda indicando la necessità di “un’alleanza con un’azienda del trasporto aereo“.
I 600 milioni di prestito ponte concessi dallo Stato ad Alitalia, ha sottolineato, sono un “male necessario, inevitabile, perché mettere gli aerei a terra dalla sera alla mattina costerebbe molto di più a contribuenti italiani. Ci sono 4,9 milioni di prenotazioni di biglietti Alitalia e la compagnia ha una quota di mercato rilevante nel Paese”. I “600 milioni ci servono ad evitare una situazione peggiore dal punti di vista economico. Questi saranno sei mesi di amministrazione straordinaria che ci costeranno 100 milioni di più di quanto previsto perché la Iata ha chiesto 128 milioni di deposito cauzionale”.
Mettere a terra gli aerei “non sarebbe solo un danno ingente sul Pil e un danno di immagine ma le connessioni nel Paese sarebbero sganciate per un certo numero di giorni. La strategia del governo è sempre stata di minimizzare l’impatto sui conti pubblici”.
I tre commissari scelti dal governo, ha ricordato Calenda, “un mix di personalità, una buona terna, la metteremo alla prova del lavoro. Gubitosi rappresenta la possibilità di conoscere già l’azienda e i suoi punti di debolezza, c’è un professore molto bravo che si occupa di trasporto aereo e c’è un tecnico delle amministrazioni straordinarie che sono una vicenda molto complessa”. A proposito di quest’ultimo, Enrico Laghi, criticato per il fatto di avere molti incarichi, Calenda ha puntualizzato: “Laghi sta lavorando su Ilva e ha lavorato molto bene. Io non lo conoscevo prima di Ilva, in questo lavoro è molto bravo. Non ha 24 cariche. E’ una persona molto preparata e competente”. Calenda ha anche ricordato di aver “rifatto tutta la struttura dei compensi dell’amministrazione straordinaria molto prima di questa crisi, per renderli proporzionali al risultato”.
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